Un altro team bussa alle porte della Formula 1

Panthera Team Formula 1

Credit: Pirelli Press Area

Oltre all’Andretti Autosport, c’è anche un altro team interessato all’ingresso in Formula 1. La scuderia Panthera, con base in Asia, si sta preparando per il salto nella classe regina del Motorsport nel 2026

La potremmo definire come la lobby delle scuderie di Formula 1. Sono in tanti quelli che vorrebbero tentare il grande passo nella classe regina del Motorsport ma sono pochi quelli che ci riescono effettivamente. A risentirne è in particolar modo la griglia di partenza che conta appena dieci scuderie all’attivo. Ma entro i prossimi anni le cose potrebbero cambiare. Oltre all’Andretti Autosport, anche il team Panthera potrebbe iniziare a correre in Formula 1.

Già nel 2019 avevano iniziato a circolare le voci di un possibile ingresso nella massima serie automobilistica da parte del team Panthera. L’obiettivo era chiaro: portare in Formula 1 la prima scuderia 100% asiatica. Nonostante gli sforzi per riuscire nell’impresa, l’arrivo e il propagarsi dell’epidemia di Covid ha fatto fallire i loro piani.

Il Covid ha rovinato i piani

Ora sono passati quattro anni dalla nascita della scuderia. E l’obiettivo è riuscire a correre attivamente in Formula 1 a partire dalla stagione 2026 di Formula 1. A confermarlo ai colleghi di PlanetF1.com è stato Benjamin Durand, il Team Principal e co-fondatore della scuderia.

Potevamo rinunciare molto tempo fa a questo progetto e invece abbiamo continuato a crederci nonostante tutti gli alti e i bassi. Quando avevamo i soldi per tentare l’avventura, la Formula 1 e la FIA non erano pronte perché stavano rinegoziando il Patto della Concordia con le scuderie già presenti nel Circus. Non potevano aggiungersi nuovi team fino a quanto, quelli già esistenti non avessero firmato il nuovo accordo – ha sottolineato Durand – Poi abbiamo avuto dei colloqui con Renault per entrare in Formula 1 in qualità di loro partner tecnico ma la scuderia francese ha avuto così tanti cambiamenti a livello gestionale negli ultimi cinque anni che hanno influito in maniera diretta sul nostro progetto. Poi è scoppiato il Covid e abbiamo perso i finanziamenti e abbiamo dovuto nuovamente metterci al lavoro sul lato finanziario“.

Con il team Panthera la Formula 1 strizza l’occhio all’Asia

Dopo quello degli Emirati Arabi e degli Stati Uniti, quello asiatico potrebbe rivelarsi il prossimo grande mercato da conquistare per il mondiale di Formula 1. Non solo disputandoci le gare, ma anche come base operativa di eventuali nuove scuderie che vogliano tentare l’avventura nel Circus.

Da quando la Formula 1 è stata acquistata da parte di Liberty Media, nel 2017, tutti gli sforzi di crescita per questo sport si sono concentrati sul mercato americano. Gli States, oltre a essere l’unico stato ad avere tre Gran Premi che si disputano nel corso della stagione, possono contare su una scuderia a stelle e strisce e sulla presenza in griglia di partenza di un pilota americano, Logan Sargeant, che correrà per la Williams.

Crediamo fermamente che il mercato asiatico e il mercato cinese siano rappresentino i prossimi orizzonti ai quali la Formula 1 dovrebbe indirizzarsi – ha sottolineato – Guardano tutti a ovest e nessuno guarda a est. Attualmente ci si sta concentrando molto sugli Stati Uniti. È assolutissimamente normale perché è comprovato che l’interesse per la Formula 1 stia crescendo in quella porzione di mondo, ma i prossimi emisferi da esplorare sono quello asiatico e quello africano. Questi rappresentano i prossimi grandi mercati di sviluppo per la Formula 1, soprattutto ora che Zhou corre nel campionato“.

Scuderia e pilota asiatico nel futuro

L’obiettivo non è semplicemente quello di creare un team di Formula 1 e appiccicargli sopra uno stemma che riporti all’Asia. Il desiderio è quello di realizzare una squadra asiatica al 100% con base nel continente e per la quale correrà almeno un pilota di nazionalità asiatica. Non solo la factory sarà costruita in Asia ma la volontà è che anche il personale abbia passaporto del continente.

L’unica cosa che ci differenzierà dalle altre scuderie è che, almeno all’inizio, noi non avremo una base in Europa. Ovviamente trattandosi di un progetto asiatico, c’è interesse per far correre un pilota del continente – ha proseguito – In questo momento Zhou ha un contratto che lo lega ad Alfa Romeo, poi chissà cosa succederà con Audi ma abbiamo avuto anche contatti con altri piloti e ne arriveranno di nuovi entro il 2026. Il nostro obiettivo sarà quello di incentivare i talenti locali per farli debuttare in Formula 1. Vogliamo realizzare una vera e propria Academy, tipo quella della Red Bull. È un progetto a medio/lungo termine. Ora dobbiamo solo rimettere in moto tutte le attività che avevamo già avviato per entrare in Formula 1 e far capire che abbiamo le potenzialità per essere una realtà consolidata“, ha concluso.