Toro Rosso, Key: «Futura monoposto compromessa dal passaggio a PU Ferrari»
James Key, direttore tecnico della Toro Rosso, ha ammesso con amarezza che il tardivo passaggio ai motori Ferrari ha compromesso lo sviluppo della futura monoposto.
La scuderia con sede a Faenza è stata infatti lasciata con la massima incertezza alla fine dell’anno 2015, soffrendo di riflesso i tesi rapporti tra la squadra sorella Red Bull e Renault. Tuttavia mentre il team di Milton-Keynes è stato costretto a ritornare sui propri passi con il motorista francese sebbene la power unit porti il brand Tag Heuer, la Toro Rosso ha siglato a dicembre un deal last-minute con la Ferrari. Questo fattore ha ritardato e non poco lo sviluppo del telaio del progetto in atto, abbassando quindi le aspettative di poter rivedere una macchina faentina in grado di sfidare i big.
Quando Sky Sport F1 ha chiesto se il passaggio repentino a Ferrari fosse una sorta di handicap per lo sviluppo, Key ha risposto: «Sì e no, perché quando si è in una situazione difficile con il motore è sempre una compromissione. E’ un danno in quanto si deve ottimizzare di molto la propria macchina in funzione a ciò che è la complicata installazione di queste power unit. Fino a marzo, quando c’è molta pressione su ciò che stai provando a fare. Quindi la compromette dal punto di vista tecnico. Per quanto riguarda invece ciò che il team sta facendo, non penso che faccia la minima differenza. Semplicemente si riadattano i piani a seconda delle situazioni».
Malgrado lo svantaggio si sia reso evidente, il team italiano finora è cresciuto molto grazie alla qualità del proprio staff. «Abbiamo varie fasi di lavoro, con noi ci sono molte brave persone a lavorare su questo, perciò abbiamo molti ragazzi competenti come designer e produttori che stanno lavorando duramente per fare in modo di essere nella miglior forma possibile. Non lo vorresti mai (il cambio di fornitore) perché è un’enorme distrazione e compromette la macchina, ma vedere cosa si è in grado di fare mentre si fronteggia l’ignoto è davvero sorprendente».
«Sicuramente possiamo migliorare perché abbiamo imparato moltissimo e siamo avanzati di uno step consistente dalla STR9. Abbiamo compreso quasi tutti i miglioramenti, ci sono aree che invece ci hanno sorpreso un po’ e in cui abbiamo compiuto un passo in avanti inaspettato. Quindi ci si basa su questo. In alcune macchine bisogna reinventare, in altre bisogna assumere una filosofia che suoni bene e portarla al livello successivo qualora serva svolgere un redesign, anche perché durante la stagione ciò non è possibile» – ha concluso l’ingegnere britannico.