Tanzi-Parmalat: il binomio che strappò Lauda alla Ferrari

Tanzi Parmalat Lauda

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Tanzi è morto il giorno di Capodanno all’età di 83 anni. La sua storia racconta di una rapida ascesa e di una fragorosa caduta. Un gigante dai piedi di argilla che ha incrociato la sua strada con quella della Formula 1

Nelle vicende sportive di Calisto Tanzi non c’è stato soltanto il Parma, club che ha portato alla ribalta delle cronache calcistiche sul finire degli anni novanta. Non tutti sanno infatti che quasi quindici anni prima il “re del latte” era stato protagonista di una fortunata parentesi in Formula 1. Ricordate la scritta sull’iconico cappellino rosso di Niki Lauda?

Ecco, tutto cominciò nel 1975, l’anno in cui il campione austriaco vinse il primo dei suoi tre titoli iridati. La Formula 1, grazie al ritorno al successo della Ferrari, acquisisce grande popolarità in Italia e Tanzi coglie la palla al balzo per iniziare ad investire nel Circus iridato. La Parmalat sfida i colossi del tabacco sul campo delle sponsorizzazioni e, grazie all’accordo siglato con Lauda, lancia il suo motto pubblicitario. “Milk’s champion”il latte dei campioni.

Il sodalizio è così massiccio che Lauda e Parmalat sembrano una cosa sola, con il nome dell’azienda presente ovunque. Dal cappellino al dorso della tuta, dalla giacca a vento all’aereo con cui il pilota si sposta da un autodromo all’altro. Al successo dell’operazione contribuisce la notevole esposizione mediatica dovuta al miracoloso recupero dell’austriaco dopo il rogo del Nurburgring. Nel 1976 Lauda si dimostra più forte anche della morte, nel 1977 vince un altro Mondiale. É ormai uno degli sportivi più famosi al mondo e Tanzi, conscio di ciò, decide di alzare la posta in gioco in fase contrattuale.

LO SGARBO A FERRARI E IL PASSAGGIO IN BRABHAM

Tanzi lega il futuro di Lauda a quello della sua azienda. L’austriaco resterà al Cavallino solo se Parmalat sarà Main Sponsor Ferrari nelle prossime stagioni. Enzo Ferrari non molla, nella sua mentalità è convinto che nessuno viene prima della sua creatura (neppure il pilota più forte e famoso al mondo) e così si consuma il divorzio del decennio. Lauda passa alla Brabham di Bernie Ecclestone, ben felice di accogliere dentro il suo entourage anche il “re del latte”.

La stampa italiana è durissima con Lauda, lo etichetta come “traditore”“schiavo della pubblicità”. Fatto sta che lo sgarbo che Tanzi tirò a Ferrari è di quelli epocali. Il Drake non accettò mai l’idea che uno come Tanzi, industriale emiliano come lui, e la cui azienda distava pochi chilometri dal quartier generale di Manarello, fosse riuscito a strappargli la sua prima guida.

I risultati di Lauda in Brabham non sono dei migliori, ma Tanzi resta nel team anche dopo il ritiro del suo pupillo. Continua la sua collaborazione come Main Sponsor, diventa braccio destro di Bernie Ecclestone e i frutti arrivano negli anni successivi con i due titoli conquistati da Nelson Piquet, nel 1981 e nel 1983.

A margine di questa esperienza c’è spazio anche per un grande rimpianto. Nel 1983 Ecclestone è sul punto di mettere sotto contratto un giovanissimo Ayrton Senna. Tanzi, però, vorrebbe un italiano da affiancare a Piquet e alla fine la scelta cade su Teo Fabi. In nome degli affari Bernie si fa andar bene questa decisione, ma a guardare le cose a quasi 40 anni di distanza c’è davvero da mangiarsi le mani.

L’AVVENTURA NEL CALCIO E IL CRAC

Tanzi, finita l’avventura nel Circus, si tuffa nel calcio e ha successo anche lì, portando il Parma a vette mai raggiunte in precedenza. Ma non è tutto ora quel che luccica, perchè i tribunali dimostrarono che la Parmalat aveva vissuto per decenni al di sopra delle sue possibilità, nascondendo il tutto con bilanci contraffatti.

Il crac è di quelli epocali. Una bancarotta da 16,5 miliardi di euro e la Parmalat che passa alla storia come “la più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo”. Il danno per i risparmiatori che avevano messo i lsoldi in un gigante dai piedi di argilla è immane con Tanzi che viene condannato nel 2010 e costretto ai domiciliari. Non vivrà abbastanza per scontare la sua pena, spegnendosi nel giorno di Capodanno, all’età di 83 anni.