Schumacher: dopo l’incidente, otto anni di silenzio assordante
![Schumacher incidente](https://www.f1world.it/wp-content/uploads/2021/12/Schumacher-incidente.jpg)
© michael-schumacher.de
Sono passati otto lunghi anni dall’episodio di Méribel che ha cambiato per sempre la vita del sette volte campione del mondo
29 dicembre 2013: Michael Schumacher cade mentre è impegnato in un’escursione sugli sci, batte violentemente la testa e viene ricoverato d’urgenza. Il tempo da allora pare essersi fermato, perché gli aggiornamenti si sono contati sulle dita di una mano. Dopo l’incidente, la famiglia di Schumacher e le persone a lui più vicine hanno mantenuto il massimo riserbo sulla vicenda, lasciando trapelare poco o nulla sulle condizioni effettive del campione tedesco. E i tifosi, volenti o nolenti, si sono dovuti adeguare a questa scelta.
Nel 2021 il silenzio è stato rotto dall’uscita del documentario “Schumacher”, prodotto da Netflix in stretta collaborazione con la famiglia del campione tedesco. Ciò che sappiamo sulle stato di salute di Michael lo dobbiamo in buona parte alle testimonianze contenute nel film. Recentemente, tuttavia, Mick Schumacher e Jean Todt sono tornati ad affrontare l’argomento. Andiamo dunque a rinfrescarci la memoria con un riepilogo delle informazioni che ci sono pervenute negli ultimi mesi.
LE PAROLE DI CORINNA NEL DOCUFILM “SCHUMACHER”
“La neve non è in buone condizioni. Potremmo volare a Dubai per fare paracadutismo”. La voce è quella di Corinna, ma le parole, fedelmente riportate, sono di Michael. Le aveva pronunciate appena arrivato a Méribel, località sciistica francese, a fine dicembre di otto anni fa. L’idea di modificare l’itinerario della vacanza gli aveva attraversato la mente, ma alla fine non se n’era fatto nulla. A volte il destino sa essere particolarmente beffardo. Le parole di Corinna sono contenute nell’ultimo capitolo, se così possiamo chiamarlo, del docufilm su Schumacher: una sezione a sé stante, per argomento trattato e tono della narrazione, dedicata interamente all’incidente.
Le lacrime della donna rivelano quella sofferenza che le parole trattengono a stento, sospese tra il bisogno di tacere sui dettagli e il desiderio di sfogare il dolore in una confessione liberatoria. “Michael mi manca ogni giorno, manca a tutti coloro che gli sono vicini. Ma Michael è qui: in un modo diverso, ma è qui. Questo ci aiuta a ritrovare la forza”. Il marito è dunque assente e presente al tempo stesso: Corinna non può dirci come stanno le cose, non fino in fondo, ma le sue parole ci indirizzano forse anche più di quanto avrebbe voluto.
“Stiamo insieme. Viviamo insieme a casa, facciamo terapia. Facciamo davvero tutto il possibile per Michael, perché si senta a suo agio e per consentire al nostro legame di continuare. Non importa cosa succederà: io farò tutto il possibile, lo faremo tutti”, prosegue Corinna. “Come famiglia, stiamo cercando di continuare a vivere nel modo che Michael vorrebbe e vuole ancora. La vita privata è privata e tale deve restare, lui ha sempre detto così. Per me è fondamentale che lui possa continuare a godersi la sua vita privata il più possibile. Michael ci ha sempre protetto, adesso siamo noi a proteggere lui“.
IL DESIDERIO INESAUDIBILE DI MICK
Nel docufilm è presente anche il contributo di Mick, che si lascia andare a una genuina ammissione: “Da quando è successo l’incidente, i momenti di condivisione che un genitore e un figlio dovrebbero avere non sono più presenti. O meglio, lo sono, ma molto meno di prima. Credo che adesso io e mio padre ci capiremmo molto bene, perché parleremmo la stessa lingua, quella del pilota: avremmo tante cose da dirci. Ci penso spesso, sarebbe così bello. Credo che sarei pronto a sacrificare tutto il resto per avere l’opportunità di parlare nuovamente con lui”.
Più recentemente, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine, Mick ha rivelato quanto sia emotivamente impegnativa per lui la visione del film. “Il documentario di Netflix è incentrato sui successi di mio padre, ma ne racconta anche il lato umano. Penso che sia davvero bello, ma per me è molto difficile da guardare. Questo dimostra quanto amore è contenuto nell’opera, e le sensazioni che è in grado di suscitare”.
LE PAROLE DI JEAN TODT
L’ormai ex-presidente della FIA, Jean Todt, aveva rilasciato ad agosto alcune dichiarazioni in merito a Schumacher e alle ripercussioni dovute all’incidente. “Michael è sopravvissuto grazie al lavoro dei medici e alla volontà di Corinna, ma con delle conseguenze. In questa fase della sua vita sta combattendo contro quelle conseguenze. Spero davvero che le cose possano progressivamente migliorare“. Il dirigente francese è fra le poche persone a cui è permesso di andare a visitare il sette volte campione del mondo.
Todt è tornato a parlare di Schumacher in occasione del Gala della FIA di due settimane fa. “Se devo essere onesto, sento la mancanza di Michael stasera, e la sento ogni giorno, perché lui fa parte della mia vita. Abbiamo raggiunto così tanti traguardi insieme: nelle difficoltà, ci siamo sempre sostenuti a vicenda, e questo ci ha resi più forti. Dodici anni fa, per l’elezione del presidente della FIA, ogni candidato poteva portare con sé fino a sei persone che lo accompagnassero. Con me erano venuti mia moglie, mio figlio e Michael, e questo è qualcosa che non dimenticherò mai“.
Sono passati otto anni esatti dall’incidente del 29 dicembre 2013, e da allora Michael Schumacher sta lottando incessantemente, in bilico tra la vita e la morte. Quanti e quali progressi abbia compiuto, lo ignoriamo. Se sia in grado di comunicare con la sua famiglia, e in che termini, non possiamo saperlo. Di una sola cosa siamo certi: l’affetto e l’aiuto delle persone a lui care non verranno mai a mancargli. Dal canto nostro, possiamo soltanto augurarci che questa tremenda situazione arrivi, prima o poi, a un insperato punto di svolta.