Red Bull-Honda, congelamento dei motori congelato

Red Bull Honda, congelamento motori

Credits: Red Bull press area

Red Bull potrà continuare a usare i motori Honda anche dopo il 2021, e attende che arrivi il via al congelamento dello sviluppo dei motori

La questione congelamento dello sviluppo dei motori continua a tener banco in questi mesi di pausa. Una questione sollevata dalla Red Bull in vista della fine della stagione 2021, quando Honda saluterà la Formula 1.

Di tale questione se ne sarebbe parlato all’inizio di questa settimana, durante una riunione della Formula 1 programmata e in casa Red Bull si sperava che si potesse arrivare a una soluzione. Lo scorso venerdì sembrava che ci fossero le carte in regola per raggiungere a un accordo lunedì. Ma al momento della verità come puntualmente accade, sono emerse delle discrepanze e la questione sul congelamento dei motori è rimasta di fatto congelata.

“La buona volontà che esisteva venerdì, già non c’era più al lunedì,” ha così commentato un portavoce della Red Bull al sito web Race Fans.

Ross Brawn ha ammesso che la discussione è tuttora in corso, e che settimana prossima ci sarà una nuova riunione della Commissione della Formula 1. Il problema dei motori verrà trattato nella riunione successiva programmata per l’11 di febbraio.

JEAN TODT PROPOSE IL CONGELAMENTO DEI MOTORI, MA FU RESPINTO

Red Bull ha chiesto il congelamento dei motori al termine dello scorso anno, quando Honda ha annunciato di non voler continuare la sua avventura in Formula 1 dopo il 2021. Facendo così sia la Red Bull sia AlphaTauri, rimarrebbero senza motori dalla stagione 2022. Secondo il regolamento Renault sarebbe costretta a fornirgli i propri motori, dato che è rimasto senza clienti nel 2021 e 2022. Gli austriaci però non vogliono essere un team clienti e anzi vogliono continuare con il motore Honda. La Red Bull non ha la conoscenza né le risorse per mantenere e sviluppare un motore. Per questo motivo è importante che si possa congelare lo sviluppo dei motori.

Lo scorso maggio Jean Todt, presidente della FIA aveva proposto il congelamento dei motori, che è stato rifiutato anche dalla Red Bull. Gli austriaci avevano capito che questo potesse scoraggiare Honda a continuare in Formula 1. In quel periodo, i giapponesi non avevano dato segnali di un possibile addio, ma al contrario ribadivano il loro impegno a continuare a sviluppare i propulsori.

Di recente Honda ha accordato con la Red Bull la cessione della proprietà intellettuale dei motori. In questo modo gli austriaci potranno acquisire l’unità di produzione che la Casa giapponese ha in Gran Bretagna per mantenerli, ogni volta che non devono affrontare lo sviluppo. Honda velocizzerà con i suoi piani per proseguire con lo sviluppo del motore previsto per il 2022, affinché possa debuttare in quello stesso anno ed essere omologato.

IL TEAM AUSTRIACO VALUTERA’ IL RITIRO ANCHE DI ALPHATAURI

Questo ritardo nel dare il verdetto, è sicuramente dovuto ai team e ai motoristi, che vogliono sapere a cosa dovranno attenersi per quanto riguardano i regolamenti dei motori del futuro, che dovrebbero entrare in vigore nel 2026, con l’opzione di anticipare di un anno il loro debutto. Secondo quest’ultimi, non è la stessa cosa congelare fino al 2024 anziché farlo nel corso di quattro stagioni. Inoltre, è incompatibile farlo con l’introduzione di un carburante 85% bio come vorrebbe la FIA nel 2022, giacché questo comporta modifiche nella camera di combustione e può darsi nel raffreddamento.

La Red Bull ha fatto intendere chiaramente, che nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo, valuterà il ritiro dalla Formula 1 sia del team ufficiale sia dell’AlphaTauri. Benché entrambi i team abbiano firmato il Patto di Concordia per il periodo 2021-2025, esiste una clausola di uscita valida per ogni fine di stagione.

Come abbiamo più volte assistito, sicuramente la Formula 1 discuterà di questa questione all’ultimo minuto, per poi arrivare a un compromesso in zona Cesarini.