Power unit 2026: recupero di energia sull’esempio IndyCar

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© IndyCar Twitter

Sebbene le power unit di Formula 1 non abbiano molto a che fare con quelli utilizzati in IndyCar, c’é un dettaglio chiave che potrebbere aiutare a recuperare energia nei circuiti veloci

Come sappiamo, il cambiamento di regolamento previsto per il 2026 prevede una modifica alle Power unit delle vetture di Formula 1. Infatti, la prossima generazione di power unit vedrà una riduzione delle prestazioni del motore termico e un aumento della potenza della parte elettrica, che andrà a triplicare e sparirà inoltre l’MGU-H.

In quest’ottica, la piú grande sfida che dovrá essere affrontata dai progettisti riguarda il ‘recupero dell’energia’ nei circuiti ad alta velocitá, con scarse frenate. Ecco perché é interessante guardare piú da vicino i primi test delle nuove unità di potenza IndyCar che si svolgeranno nell’ovale di Indianapolis.

Proprio qui, infatti, i piloti avranno a disposizione una piccola leva per gestire manualmente la ricarica di energia e la consegna della stessa. Affinché ciò sia possibile, IndyCar si affida ai supercondensatori al posto della batteria. I supercondensatori hanno il vantaggio che la ricarica è molto veloce e anche la scarica può esserlo.

Ecco l’idea intelligente

L’idea di base é quella di utilizzare l’energia in eccesso del motore termico per recuperare energia. “Ci sono posti in un ovale dove puoi recuperare energia e poi ridistribuirla come desideri. L’intelligenza del conducente sarà fondamentale per questo”, ha affermato Salters.

Sebbene ci siano notevoli differenze tra la parte ibrida di un motore F1 da 2026 (350 kW, 480 CV) e quella di IndyCar (100 CV) e anche quella tra batterie e supercondensatori, il modo di recuperare l’energia in un ovale può fornire insegnamenti importanti. Ed é proprio al recupero dell’energia per ricaricare le batterie che la Formula 1 sta lavorando.