Pit Stop, quante persone servono per cambiare quattro ruote

Pit Stop, quanti uomini servono per cambiare una ruota

Credits: Red Bull Content Pool

Analizziamo nel dettaglio la procedura del Pit Stop, elemento chiave e spesso decisivo di ogni gara di Formula 1

Il diavolo si annida nei dettagli, recita un famosissimo detto che ben si adatta al mondo del motorsport. In un weekend di gara la precisione e la minuzia la fanno da padrone: pochi millesimi in meno possono garantire una partenza al palo, pochi centimetri in più possono condannare al fondo della griglia o addirittura ad un amaro DNF. Nulla è quindi lasciato al caso: ogni azione è provata e riprovata più volte, così che l’istinto possa prendere il sopravvento sulla ragione. Eppure, forse nessuna procedura è più studiata e allenata di quella del Pit Stop. Momento cruciale di ogni GP, analizziamo cosa accade durante il passaggio di una monoposto ai box.

Partiamo col dire quella del Pit Stop è una procedura che varia da categoria a categoria, con più o meno uomini richiesti e con differenti azioni permesse o proibite. Ca-va-sans-dire, oggi ci concentreremo su come esso venga concepita nella Massima Serie. L’arte della sosta è un insieme di movimenti studiati a tavolino per rendere il più breve possibile la permanenza delle monoposto nella piazzola antistante i box. Questa pratica si è evoluta durante gli anni seguendo la natura sempre più complessa delle vetture della Massima Serie.

Solamente elencare quali modifiche essa abbia subito negli anni richiederebbe un articolo a parte, di cui un solo paragrafo dovrebbe essere dedicato alla pratica del refuel. Ci limiteremo quindi a spiegare da chi e come venga effettuato oggi un moderno Pit Stop, analizzando la complessa danza con la quale oggi si riesce a rimandare in pista una monoposto con pneumatici freschi in meno di due secondi.

UNA PIAZZOLA AFFOLLATA

Partiamo con il dire che la Formula 1 è la categoria del motorsport che richiede il più elevato numero di meccanici per un singolo Pit Stop. Per capire quanto ci sia da fare su una singola vettura, elenchiamo i diversi ruoli che i tecnici ricoprono durante questo delicato processo. Alla rimozione di un singolo pneumatico sono assegnati tre componenti della crew: l’addetto al trapano, che svita l’unico bullone che blocca in posizione la ruota e fissa quella nuova, un addetto alla rimozione del copertone vecchio e uno all’inserimento di quello nuovo.

Dato che la matematica non è un’opinione, e che di norma gli pneumatici sono sempre quattro, ciò ci porta già a quota dodici meccanici necessari. Per permettere questa operazione, la vettura necessita di essere sollevata da terra. Entrano così in gioco, e sono necessariamente i primi ad attivarsi, due membri del team che con degli appositi carrelli ne rialzano il fronte e dal retro. Il ruolo dell’addetto all’anteriore è molto rischioso, perché errori di giudizio del pilota possono portare a spiacevoli conseguenze. Molto spesso questo è aiutato da un meccanico di supporto, pronto a prenderne il posto in caso di inconvenienti.

Una volta che la macchina è privata del contatto con il suolo, due ulteriori meccanici la tengono ferma all’altezza del cockpit, stabilizzandola e agevolando le operazioni dei colleghi. Due meccanici sono assegnati alle eventuali regolazioni dell’ala anteriore, ma i loro servigi non sono sempre richiesti. Infine, due o più spotter sorvegliano le operazioni e la Pit Lane. Il loro segnale è fondamentale per garantire la ripartenza in sicurezza del pilota. Calcolatrice alla mano, abbiamo quindi ventuno meccanici che lavorano all’unisono in meno di 15 metri quadrati. Altro che assembramento!