Nella biografia di Lewis Hamilton ce n’è per tutti… di cafoneria

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Credit: EPA/Andre Pichette

La biografia di Lewis Hamilton è ufficialmente in vendita da pochi giorni. Ha cominciato subito a far parlare di sé per le critiche rivolte a certi colleghi. Come a esempio Fernando Alonso

Il titolo dell’opera è già un programma di suo: “Lewis Hamilton: la biografia definitiva del pilota di Formula 1 più vincente di tutti i tempi”. Il libro è stato scritto da Frank Worrall, giornalista del Sunday Times e del The Sun e autore di altre biografie, che firma un ritratto mitigato del pilota inglese, idolo dei tifosi britannici, tanto da arrivare a considerarlo il “salvatore” della Formula 1.

Sebbene il testo sia uscito nel mondo da pochissimi giorni, in un certo senso è già sulla bocca di tutti per il contenuto. Worrall più che concentrarsi sulla controversa fine della stagione 2021 e su come Lewis Hamilton abbia perso il suo ottavo titolo contro Max Verstappen, ha dedicato una parte molto ampia sulla rivalità tra l’attuale pilota della Mercedes e Fernando Alonso, nella turbolenta stagione che hanno condiviso in McLaren.

Lo spagnolo fortemente criticato dai giornalisti british

Tra tutti i piloti dei quali si è parlato all’interno della biografia dell’inglese, quello che è stato maggiormente bersagliato è stato sicuramente Fernando Alonso. L’attuale driver di Alpine, dopo aver vinto due campionati del mondo con la Renault, nel 2007 passò in McLaren. Al suo fianco avrebbe corso un assoluto debuttante, Lewis Hamilton. Se sulla carta, il numero uno della scuderia inglese avrebbe dovuto essere, in maniera indiscussa, Alonso, la pista in pochissimo tempo ha dato un altro verdetto.

Il giovane britannico riuscì a tenere il passo dell’ovietense sin dall’inizio, chiudendo la stagione a pari punti con lo spagnolo. Dietro solamente al campione del mondo di quell’anno, Kimi Raikkonen: “C’è stato molto clamore a livello di stampa quando Alonso dichiarò pubblicamente che in McLaren si stesse avvantaggiando Hamilton perché britannico – ha scritto Worrall nel suo libro, citando una fonte anonima che all’epoca lavorava per il team di Woking – È una bufala perché Dennis non lo avrebbe mai permesso. Lewis è unico, lavora molto più della maggior parte dei piloti di esperienza. Alonso, a differenza di Hamilton, era quasi sempre arrabbiato e ne studiava di ogni per aggrapparsi al titolo e anche così Lewis gli ha dato più di una lezione, sempre con eleganza e pubblico dalla sua parte“.

Non meno severo è stato il contributo di un altro giornalista inglese, Rory Ross: “Hamilton è più famoso in Spagna dello stesso Alonso. Ecco perché lo spagnolo è infastidito da lui. Ha cercato di destabilizzare Lewis, minare la sua fiducia e si è dipinto come la vittima della situazione. Aveva perso la battaglia psicologica ed è per questo motivo che si è rivelato immaturo, scortese. Un comportamento inappropriato per un due volte campione“.

Lewis Hamilton, dipinto come il salvatore della Formula 1

Sebbene nel 2007 il titolo di Campione del Mondo fosse stato conquistato da Kimi Raikkonen, il pilota inglese viene descritto come non solo vincitore morale della stagione. Ma anche come la figura chiave per il futuro della Formula 1 stessa: “Era riuscito a trasformare le corse automobilistiche da uno sport quasi marginale a uno spettacolo di massa. È diventato un improbabile salvatore della Formula 1“.

Non è che a Vettel sia andata meglio…

Il problema non è solo Alonso. Più che una biografia, per certi versi assomiglia più a un film “sparatutto”, visto che nessuno è stato risparmiato, tra i colleghi che maggiormente hanno lottato col pilota inglese: “Vettel era un pilota visto in pit lane come un ragazzo arrogante e spietato, che nel corso degli anni si è reso protagonista di innumerevoli furberie spericolate. Per dirla tutta, pochissimi si sono lamentati del suo apparente declino“.
Nella vasca degli squali, immancabilmente, è finito anche Verstappen: “Per quanto Lewis ammettesse che gli piacesse essere aggressivo in pista, raramente è arrivato ai livelli di Max che si è sempre mostrato eccessivamente aggressivo e bellicoso“, ha rimarcato Worrall.