Indianapolis potrebbe rientrare in calendario, dopo l’acquisto di Penske

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Il limite posto a venticinque gare, nel 2021, offre una chance al circuito di Indianapolis

Con l’annuncio che a partire dalla stagione 2021 saranno possibili fino a 25 gare nel calendario Mondiale, molti circuiti sembrano essersi fatti avanti, tra cui Indianapolis, tracciato che ha già ospitato il Gran Premio di Formula 1. Il circuito statunitense è diventato storico per la tappa della Indycar, diventata una vera e propria icona.

La 500 miglia di Indianapolis si svolge solamente su un ovale con un’importante grado di inclinazione, che mette in seria difficoltà piloti e monoposto, regolate con un particolare setup delle sospensioni. La gara americana è arrivata alla sua 103esima edizione, a renderla una delle gare più longeve della storia.

La Formula 1 ha esordito sul tracciato americano nel lontano 1908, anche se la prima volta che si è disputata una corsa valevole per il campionato Mondiale è stato nel 1959, per un totale di 49 edizioni. L’edizione più discussa è stata senza dubbio quella 2005, quando solo le vetture gommate Michelin si schierarono in griglia di partenza, dopo forti dubbi che le vetture marchiate Michelin avrebbero retto le sollecitazioni di una curva particolare, la 13.

Il 2007 è stata l’ultima edizione del GP, prima che venisse rimpiazzato dal circuito di Austin, in Texas. Resta forte la volontà di Liberty Media nell’avere una seconda tappa negli Stati Uniti, dopo le contrattazioni mai definitivamente concluse con il tracciato cittadini di Miami.

Con la rilevazione del circuito da parte della Penske Corporation, team già presente e grande protagonista nell’epoca regente dell’Indycar. I nuovi proprietari non hanno escluso che il circuito possa essere usato per organizzare gare di altre categorie:

“Per cosa possiamo usarlo?” – ha esordito la nuova proprietà – “Possiamo fare una gara di 24 ore qui? Possiamo fare una gara di Formula 1 qui? Quali sono le cose che possiamo fare?”

“Questa è una grande risorsa. Una volta che la tradizione si è spezzata, aggiungendo la gara NASCAR, ovviamente ce la lasceremo alle spalle perché da 27 anni corrono qui. Quindi guardo tutti questi elementi su tutta la linea per vedere cosa possiamo fare.”

“Questo business non è rotto. Questa è una grande impresa e il team che è stato qui ha svolto un lavoro eccezionale e quello che vogliamo fare è uno strumento di supporto.”