Il primo pilota: chi è e perché i team ne hanno bisogno?
Uno dei temi più controversi, nella lunga storia della Formula 1, è la questione sul primo pilota. Chi è per i vari team, in questo momento, il loro principale pilota?
Carlos Sainz, nella sua ultima intervista, ha parlato della questione primo pilota in casa Ferrari. Un tema che è stato banco di discussione durante la prima parte di stagione. Lo spagnolo ha spiegato come sia stato frustante sentir parlare di chi tra lui e Leclerc, per il team, sia il pilota su cui puntare. Il madrileño non è il primo, ne sarà l’ultimo, a lamentarsi di questo gioco politico che è la linfa della Formula 1. Infatti la scelta del team su chi sia la prima guida non si basa solo sui risultati in pista, ma anche sul peso politico o sulla quantità di sponsor che il pilota possa portare alla squadra. Ma in questa stagione, chi sono i capitani delle varie squadre?
I top team
Se si parla di primo pilota, durante questa stagione, non si può non pensare al gioiello di casa Red Bull, Max Verstappen. La scuderia di Milton Keynes, già dal 2017, all’epoca secondo anno in RBR dell’olandese, aveva fatto intendere che Ricciardo non sarebbe più stato l’alfiere del team. Gasly e Albon, successori dell’australiano, soffrirono in pista l’importanze, e la presenza, dell’attuale campione del mondo. L’attuale compagno di scuderia Sergio Perez, tranne l’ultima parte di mondiale, sembra non soffrire del peso politico di Verstappen, riuscendo anche a togliersi delle soddisfazioni, conquistando tre vittorie.
Se in Mercedes nelle scorse stagioni si sapeva chi fosse il cavaliere e lo scudiero, per evitare le controversie del quadriennio Rosberg-Hamilton, in questo momento non si potrebbe dire chi, per il team, sia il primo pilota. I risultati in pista sembrano capovolgere una situazione che a inizio stagione sembrava impossibile. Infatti per il sette volte campione del mondo era dal 2016 che non dominava, in classifica mondiale, il compagno di scuderia. Russell ha dimostrato di poter essere il futuro, e il presente, della scuderia di Brackley. Se la Mercedes capirà che il progetto Hamilton è arrivato al capolinea ha già in casa il proprio futuro.
In casa Ferrari, la questione portabandiera, è stato tema di discussione di tutta la prima parte di stagione. La scuderia italiana è stata criticata di non aver preso una posizione netta e aver deciso chi tra Leclerc e Sainz sia il primo pilota, del team del Cavallino Rampante. I tifosi recriminano che questa politica sia stata dannosa per la corsa mondiale del pilota monegasco, poiché a causa delle decisioni degli uomini in rosso esso abbia perso punti importanti. I GP di Monaco e Gran Bretagna sono gli esempi di questo non avvantaggiare della Ferrari. Per la prossima stagione, i supporter della Rossa, sperano che Mattia Binotto decida il capitano della squadra.
Il resto della griglia
Nel resto della griglia spicca un nome, su tutti, per le vicende avvenute nel passato e per il suo carisma: Fernando Alonso. Lo spagnolo è una figura di spicco all’interno del box e si pensava che anche l’attuale compagno, Esteban Ocon, ne potesse soffrire. Ma come rivelato, dal Francese, lui non ha mai sofferto la presenza dell’asturiano ma anzi l’abbia sfruttata per migliorarsi come pilota. Un’altra vicenda, degna di nota, è la situazione in McLaren. Infatti chi pensava che Ricciardo andando nella scuderia di Woking potesse diventare la figura di riferimento si sbagliava. Norris ha surclassato, tranne per la vittoria di Monza, il compagno di scuderia, andando a imporsi come prima guida.