Il nuovo regolamento: un passo verso un maggiore equilibrio?
Le sfide del nuovo regolamento: tecnici alla caccia del “trucco” per staccare gli avversari
Si avvicina il momento delle presentazioni delle vetture per il 2022, e cresce l’attesa per le soluzioni adottate dai progettisti per adattarsi al nuovo regolamento. Forte è la curiosità per capire gli effetti delle nuove normative sulla scala dei valori in pista. La speranza della Federazione è che la rivoluzione di quest’anno porti maggiore competitività ed equilibrio, e permetta anche ad altre squadre di inserirsi nella lotta per il titolo.
Ma è una speranza plausibile? Davvero avremo nel 2022 una griglia più “compressa” e tante scuderie in grado di giocarsi la vittoria almeno in una singola gara? Oppure ancora una volta chi ha i migliori progettisti e maggiore capacità tecnologica saprà scavare un solco incolmabile tra sé e gli avversari?
Dal 23 febbraio a Barcellona le prime risposte: quali saranno le vetture “nate” meglio?
Il momento della verità non è così lontano. Dai “misteriosi” test del Montmelò in programma a fine mese si potrà già capire molto circa la scala di valori del prossimo anno. Sarà una sessione molto difficile da decifrare, chiusa al pubblico e di cui verranno resi noti solo i migliori tempi alla fine delle tre giornate. Però se qualcuno saprà scavare un certo vantaggio tra sé e gli altri o, viceversa, se rimarrà staccato dal gruppo durante la stagione non sarà per niente facile annullare il gap.
Già ci ha pensato qualche settimana fa James Allison, Chief Technical Officer della Mercedes, a suonare l’allarme. Nonostante gli intenti dell’ente regolatore non è affatto da escludere che qualche team sbagli il progetto e si trovi irrimediabilmente indietro. Oppure trovi la soluzione geniale che rende la vettura imprendibile. La storia insegna.
Le ultime due rivoluzioni regolamentari. Altro che equilibrio…
Se torniamo indietro nella storia le due rivoluzioni regolamentari più vicine sono datate 2009 e 2014. Nel 2009 fu modificata pesantemente l’aerodinamica (anche se non come quest’anno) e fu imposto il ritorno alle gomme lisce. Lo scopo era quello di rendere meno sensibili le vetture alla scia dell’avversario che precedeva, e il risultato non fu raggiunto. Per contro Ross Brawn individuò un “buco” nel regolamento e mise in pista una vettura pressochè irragiungibile per tre quarti di stagione, con tanti saluti alle speranze di gare combattute e duelli ravvicinati.
Peggio ancora nel 2014. L’introduzione del motore ibrido concesse alla Mercedes un vantaggio epocale, che gli altri motoristi hanno potuto colmare solo dopo diversi anni. L’abilità dei tedeschi nel mantenere comunque alto il livello dello sviluppo tecnologico, senza dormire sugli allori, ha fatto il resto. E abbiamo avuto la più solida e duratura serie di vittorie della storia della massima categoria. Interrotta solo quest’anno grazie ai miracoli di Verstappen in pista e Newey al tavolo da disegno.
Forte standardizzazione e regolamento rigoroso: basteranno per evitare “fughe in avanti”?
Per non rimanere di nuovo scottata la federazione, a differenza degli anni precedenti, ha varato un regolamento molto accurato. Chi pensa che la Formula 1 debba essere campo di confronto per la creatività dei progettisti potrà storcere la bocca. Ma per evitare che il genio di turno possa mettere in pista una vettura di un secondo più veloce delle altre stavolta i tecnici della FIA hanno lavorato in profondità.
Ne è uscito un regolamento tecnico che già come “dimensioni” è il doppio di pagine di quello degli anni precedenti. E anche come filosofia risulta davvero innovativo. Capillare è la definizione dei componenti meccanici standardizzati, di quelli che si possono copiare dalle altre squadre e dei pochi che possono essere disegnati liberamente. Dettagliatissima la definizione dei volumi della carrozzeria e delle caratteristiche dei principali organi meccanici. Tutto con lo scopo di tarpare le ali ai tecnici più spregiudicati.
La stabilità della “piattaforma aerodinamica”: il campo di battaglia decisivo del nuovo regolamento
In che campo, dunque, si può prevedere che si concentreranno le maggiori innovazioni? Come sappiamo da un paio di anni sulle monoposto della prossima stagione tornerà l’effetto suolo. Questo concetto, oltre alla capacità di generare un grande carico aerodinamico, ha tra le sue peculiarità una notevole instabilità.
In pratica bastano pochi millimetri di variazione dell’altezza da terra della vettura per alterare notevolmente il valore della deportanza. Facile dunque dedurre che la sfida più importante per i progettisti sarà quella di minimizzare i movimenti verticali dell’auto cosicchè l’aerodinamica del fondo vettura possa lavorare correttamente.
Se si considera che l’utilizzo dei cerchi da 18 pollici al posto di quelli da 13 pollici costringerà comunque a rivedere del tutto le sospensioni, si può concludere che è proprio nel campo del sistema sospensivo che si dovrà intervenire pesantemente. Realizzare nuovi sistemi in grado di assorbire la maggiore rigidità (e pesantezza) delle gomme. E in più di assicurare un’altezza da terra pressochè costante. Questa è la sfida più importante imposta dal nuovo regolamento.
Pochi giorni e capiremo se le squadre si sono mosse più o meno in parallelo oppure se qualcuno avrà estratto il coniglio dal cilindro, con una soluzione in grado di distanziare notevolmente gli avversari. Il 23 Febbraio saremo in tanti ad aspettare i tempi dei primi test di Barcellona…