Horner Gate: controlli sui dipendenti da una ‘spia’
Horner Gate, nessuna tregua per Red Bull che oggi riceve l’ennesima ondata. Secondo una fonte attendibile, la famiglia maggior azionista della squadra avrebbe mandato un suo membro ad effettuare ‘controlli’ sulla situazione
L’ondata che ha investito la Red Bull quasi un mese fa non accenna a placare l’evento che ormai porta la denominazione di Horner Gate. Ad oggi riceviamo la notizia di un ennesimo contraccolpo, questa volta proveniente dalla famiglia maggior azionista della squadra, che secondo fonti accertate avrebbe mandato un suo membro come ‘spia’ a controllare la situazione. Chalerm Yoovidhya detiene infatti il 51% delle azioni, e ci tiene a far conoscere le sue intenzioni di espandersi ulteriormente sul capitale azionario.
Ma come fare , se la squadra di cui si è principali proprietari è investita da un incessante ondata di scandali ? Secondo la famiglia, la soluzione è quella di controllare più da vicino la situazione. E chi può svolgere meglio questo lavoro se non un membro della famiglia stessa ? Il co-fondatore della bevanda energetica più famosa del mondo ha a cuore la sua azienda, di cui ne è possessore per il 51 %. Inoltre, ha intenzione di espandere ancora di più la sua voce in capitolo acquistando ulteriori quote della società. A maggior ragione, un controllo nel quartier generale è il minimo che possa fare un investitore interessato ad aprire ulteriormente le sue tasche.
Ed è qui che entra in gioco il protagonista dello scandalo, Christian Horner. Perché ancora una volta è chiamato a rispondere al danno di immagine che l’azienda sta man mano subendo con lo scandalo. Prima l’email anonima inviata durante il GP del Bahrain , in seguito la sospensione della dipendente dal suo ruolo in azienda. Ma fino a dove potrà arrivare ? La questione sembrerebbe essere così grave da interessare anche la FIA e la Formula 1 , chiamando a colloquio il team manager inglese. Come si evolverà la situazione ? Ai posteri l’ardua scelta.