Formula 1: proposto il tetto salariale per i piloti

Credits: Mercedes AMG Petronas, Press Area

Dopo la pausa estiva della passata stagione, chiunque si aspettava di leggere presto del rinnovo di Lewis Hamilton, ormai destinato a vincere il suo settimo titolo iridato. Ma così non è stato. Vediamo perché

Ebbene sì: siamo al 14 di gennaio e il campione del mondo in carica, pilota di punta di casa Mercedes, non ha ancora posto la sua firma su un nuovo contratto con la scuderia anglo-tedesca. Ovviamente, questo clamoroso ritardo ha non poco insospettito appassionati e opinione pubblica, che ora si chiedono cosa ci sia dietro tutto questo temporeggiare, quando le carte in tavola sembrerebbero più che scoperte.
Quella tra Hamilton e la scuderia guidata da Toto Wolff si è trasformata in una vera e propria storia di un rinnovo fantasma: c’è, forse, ma non si vede.

Alla base, probabilmente le eccessive pretese economiche dell’inglese 36enne, che, forte delle sue recenti conquiste in pista e non solo, non ha alcuna intenzione di abbassare il prezzo del proprio cartellino.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE: COSA E’ CERTO

Diversi sono ormai i punti saldi di questo infinito braccio di ferro tra le due parti in causa; quali? Tra tutti, un contratto biennale. Questa formula sembrerebbe infatti la più adatta e conforme alla volontà di Mercedes e di Hamilton, che, così, correrà in Formula 1 almeno fino alla soglia dei 38 anni. Chissà, magari avrà poi un’altra chance per prolungare ulteriormente la sua avventura nella Classe Regina, prendendo parte alla terza diversa “era” tecnica della sua carriera, dopo il salto dai motori V8 all’ibrido nel 2014, con il cambio di regolamenti nel 2022.
Altra certezza è poi la presenza di Toto Wolff in qualità di amministratore delegato del team fino al 2023, come da lui stesso annunciato poco prima della fine dell’anno. Il manager austriaco, già proprietario del 30% delle azioni della scuderia, ne ha acquistato un ulteriore 3,3%, divenendo di fatto uno dei principali azionisti della casa automobilistica.

Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, da non dimenticare inoltre la certezza della presenza di Mercedes in Formula 1 almeno fino al 2025. Il Presidente Ola Kallenius ha assicurato infatti che il ritiro prima di quell’anno non è un’opzione presa in considerazione. Ultimo, ma non di minor importanza, è il ruolo di Ineos. Il colosso inglese, leader del settore chimico, ha da poco comprato il 33% delle azioni Mercedes, trasformandosi forse nel vero ago della bilancia della trattativa ancora in corso. Potrebbe essere questo enorme sponsor a pagare la differenza tra quello che Hamilton considera il compenso ideale e quello che invece Mercedes è disposta a offrire.

HAMILTON E LA STORIA DEL RINNOVO FANTASMA: COSA RIMANE ANCORA DA CHIARIRE

Arrivati a questo punto, se tutti gli scenari sono stati correttamente considerati, l’unico ostacolo che separa Hamilton dal rinnovo è proprio il suo stipendio. Il pilota inglese desidera 40 milioni all’anno più un 10% di premi in caso di vittoria, oltre a una macchina supercar Mercedes AMG One del valore di 2 milioni e mezzo di euro come regalo. Bene, Mercedes ha intenzione di offrirgliene “solo” 35. Chi interverrà dunque per colmare il gap di 5 milioni? Le Frecce d’Argento si sono dovute adattare a una politica volta al taglio dei costi per far fronte alla crisi economica dovuta alla pandemia di Covid-19, e le più recenti trattative di mercato hanno rispecchiato questa comprensibile e logica necessità.

Sarà possibile un compromesso tra le parti in causa? Lewis cederà e accetterà la proposta di Mercedes o avverrà il contrario? La posta in gioco è alta, per tutti. Nel frattempo, le speculazioni su un suo clamoroso addio (smentito dalle recenti dichiarazioni del padre Anthony, che ha assicurato della volontà di Lewis di continuare a correre) o sulla possibilità che il rinnovo ci sia già stato ma non ancora reso pubblico si moltiplicano.