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Sesto titolo iridato, terzo consecutivo, per Lewis, con la sola “macchia” del sorpasso finale subito da Bottas

Qualche record l’ha già demolito, qualche altro è a portata di tiro: la parabola ascendente di Lewis Hamilton non conosce flessioni e a Austin vede il campione britannico issarsi ancor più in cima, ritagliandosi un posto tutto suo tra le leggende della Formula 1. Juan Manuel Fangio ora resta solo coi suoi cinque titoli, mentre Hamilton sale un altro gradino e mette nel mirino il trono di Sua Maestà Michael Schumacher, rimasto inespugnato dal lontano 2004, anno in cui il campionissimo firmò la settima meraviglia. Un record che mette soggezione persino a Lewis, tanto da rimanere un po’ ammutolito quando gli viene chiesto cosa si prova nel trovarsi a -1 dalla vetta delle vette. “Non so, io mi sento ancora quel ragazzino di Stevenage che da piccolissimo metteva per la prima volta le mani su un volante…”. Sarà perché a lui, Hammer, dei record di Schumacher in fondo non è mai interessato troppo: nella sua testa c’è sempre stato Senna, a cui Hamilton si è ispirato anche nella colorazione del casco giallo che adottava nei primi anni, poi ripudiato per passare al bianco. Ma il “suo” Ayrton Lewis lo ha già eguagliato e superato nel 2015, quando lo raggiunse nei 41 successi e nei 3 titoli mondiali.

UOMO RECORD

Sono ancora più impressionanti i numeri di cui va a caccia adesso Hamilton. Il record delle pole l’ha già triturato – 87, contro le 68 di Schumacher -, quello delle vittorie arriverà, salvo imprevisti, nel giro di un anno – 83 trionfi per Hamilton, in leggero calo nelle ultime gare, contro i 91 di Schumi, e l’anno prossimo ci saranno a disposizione ben 22 Gran Premi -, quello dei titoli è lì a portata di mano. A certificare la tempra granitica del campione è anche il modo in cui Lewis ha cercato il successo nella gara di oggi: non gli bastava il secondo piazzamento, voleva coronare il titolo con la vittoria dopo la qualifica scialba di sabato. “Partire quinto ed essere stato in testa per così tanti giri con le gomme usurate mi rende molto fiero e orgoglioso – ha esordito il campione 2019 con indosso la Union Jack – La gara l’avevo impostata così: volevo attaccare, non mi interessava conquistare il titolo senza vincere pure la corsa. Volevo vincere nel modo più degno di un campione e alla fine, anche grazie alla strategia, sono riuscito a compiere una bellissima gara.

“Non mi rendo ancora conto di cosa ho realizzato in Formula 1 finora. Non riesco a crederlo. Mi ricordo di quando guardavo le gare alla televisione e ora sono lì con i più grandi. Mi sento ancora un ragazzo normale di Stevenage. Invece ora sono qui e mi sento davvero grato a questo sport per tutto quello che ho ricevuto”. Non poteva mancare la dedica al compianto Niki Lauda, colui che volle Lewis in Mercedes a fine 2012: “Mi manca Niki, e tanto… Sono certo che dopo la qualifica di ieri mi avrebbe tirato le orecchie, dicendo che prendo troppi soldi. Ma oggi si sarebbe tolto il cappello. Non potrei essere qui senza quello che ha fatto lui”.