GP del Qatar: ecco le modifiche apportate sulle vetture

Red Bull Qatar

© Red Bull Press Area

Vetture con alto carico aerodinamico e bocchettoni più ampi per raffreddare i motori: le scuderie si preparano a gestire uno dei weekend più caldi del calendario di Formula 1

Dopo una breve pausa la Formula 1 è di nuovo in pista, e questa volta si corre in Qatar, ultima tappa prima degli appuntamenti nelle Americhe. Come per ogni circuito, i team si preparano a modificare le vetture per ottenere le migliori prestazioni possibili, assecondando condizioni atmosferiche e layout della pista. In queste prime ore che precedono le prove libere, hanno sicuramente catturato l’attenzione degli addetti ai lavori le ali posteriori della Red Bull e della Mercedes, oltre alle prese d’aria vistosamente più grandi che permettono al motore di raffreddarsi prima.

GP Qatar: vetture mangia gomme

Il circuito di Losail è una delle tappe più calde del calendario di Formula 1. Le elevate temperature non accennano a diminuire neanche di sera, quando il circuito si illumina come se fosse giorno e nel deserto si sente l’eco dei motori rombanti. Le curve veloci non consentono alcun risparmio degli pneumatici, che vengono consumati dalle vetture a un ritmo incredibile. Inoltre, va ricordato che la pista ha un nuovo strato di asfalto, che introduce un ulteriore elemento di incertezza per i team che hanno a disposizione solo una sessione di prove libere per migliorare le prestazioni delle auto prima delle qualifiche.

Per fronteggiare il problema dell’usura, Pirelli ha preparato gomme più dure per questo weekend di gara: C1, C2 e C3. I team, invece, proveranno ad adattarsi alle alte velocità delle curve e al caldo con pacchetti ad alto carico aerodinamico. La squadra che riuscirà a estrarre più grip dalle gomme dure otterrà un vantaggio significativo. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio per fornire un carico aerodinamico uniforme sugli assali anteriore e posteriore è fondamentale per affrontare efficacemente una pista così insidiosa.

Ali posteriori nuove

I cambiamenti più sorprendenti possono essere osservati nelle ali posteriori, che in alcuni casi possono rivelare la filosofia delle squadre. Per il Gran Premio del Qatar la Red Bull ha introdotto sulla sua vettura un’ala posteriore con angolo più ripido. Ci si aspetta che le attivazioni del DRS creeranno un notevole carico aerodinamico, ma anche resistenza e ciò potrebbe rappresentare un problema sul rettilineo principale quando non si è in zona DRS. È probabile che la strategia del team austriaco sia quella di guadagnare un vantaggio significativo su altre parti della pista, rendendo così meno evidenti le potenziali perdite sul rettilineo.

Al contrario, l’alettone posteriore della Mercedes appare completamente diverso. Il piano DRS è impostato su un angolo molto meno profondo, che consentirà velocità massime più elevate. Un’altra tendenza evidente riscontrata nei box è la maggiore popolarità del design dell’endpalte, ovvero la piastra in fibra di carbonio posizionata alle due estremità laterali delle ali anteriori. Gioca un ruolo determinante nella distribuzione dei flussi d’aria che investono le monoposto. La scuderia AlphaTauri è stata la prima a introdurlo, seguita poi da altri team.

La sfida del Qatar alle vetture: raffreddare i motori

I cambiamenti più vistosi sulle vetture durante il GP del Qatar sono sicuramente i coperchi dei motori, che presentano dei bocchettoni molto più ampi per permettere al motore di non surriscaldarsi e/o raffreddarsi più velocemente. Naturalmente le temperature elevate influiscono anche sui freni, nonostante i piloti non siano chiamati a stimolarli particolarmente nelle curve veloci.

Queste modifiche però, che ogni team deve apportare per il bene della prestazione, possono far sorgere problemi aerodinamici: aperture più grandi nei coperchi del motore possono interrompere il flusso d’aria e creare aria sporca dietro di loro, influenzando le prestazioni dell’ala posteriore e della beam wing. Di conseguenza, gli ingegneri si sforzano di posizionare questi elementi in modo da ridurre al minimo l’impatto sull’aerodinamica. Le prese d’aria sono spesso progettate per consentire il passaggio della turbolenza proprio tra l’ala posteriore e la beam wing, fornendo un flusso d’aria più pulito.

Alice Lomolino