GP Bahrain, pagelle: profondo rosso
Usciamo dal GP del Bahrain con la conferma della superiorità di Red Bull, della bella Aston Martin. Su Ferrari invece cosa dire?
Per chi, fra i tifosi della Ferrari, sperava che quest’anno potesse essere quello buono, dopo il GP del Bahrain deve aver avuto decisamente un brutto quarto d’ora. A preoccupare non è solo la performance, ma anche l’affidabilità. Quella tanto sbandierata affidabilità che si era detta raggiunta. Nel mentre Red Bull si conferma padrona di questo ciclo tecnico. “Probabilmente Red Bull le vincerà tutte“, il pensiero di Russell alle interviste post gara. Come poi non menzionare Aston Martin, che fra le mani di un giovanotto come Fernando Alonso diventa capace di tutto.
LE SQUADRE
Ferrari – 3. La stagione non poteva cominciare nel modo peggiore. Un vero e proprio shock. Fra problemi di mille tipi, non ultimo un degrado, che se paragonato con Red Bull, è stato imbarazzante. Una media di sette decimi al giro con gomma rossa, ed una di quasi un secondo con gomma dura – difficile pensare che i motivi possano essere ricondotti solo una questione d’assetto. In più c’è l’affidabilità, proprio quella che ha lasciato a piedi Leclerc nel bel mezzo della gara. A Maranello di lavoro da fare ce n’è.
Red Bull – 9 1/2. Cosa vuoi dire davanti ad una macchina che da ventotto secondi al primo degli avversari? Una macchina da dieci, una squadra da dieci. Per giustificare il mezzo punto in meno mi aggrappo solo a quel pit stop di Perez che per colpa di quel cric invece di durare 2.1 è durato 2.9. Com’è che si dice? Chi ben comincia…
Aston Martin – 10. Nessuna catastrofe, nessuna pioggia e nessun evento straordinario hanno portato la AMR23 sul terzo gradino del podio. Se lo è semplicemente meritato. Per il 2023 i ragazzi di Lawrence Stroll hanno messo in pista un progetto di una qualità rara. Bravi, bravi, bravi. É vero che l’hanno rischiata al via, ma la colpa non era mica la loro, al massimo dei due piloti.
McLaren – 4. Piastri non può finire la gara, Norris invece diventa il re dei pit stop. Devo dire che ho perso il conto di tutti quelli fatti dal britannico. Oltre ai problemi, pure la prestazione della monoposto è carente – anche se questo lo avevamo già capito dai test. Vale un po’ come Ferrari, a Woking dovranno pedalare.
I PILOTI
Verstappen – 10. Max quella canzona l’ha presa davvero sul serio, e quindi ha deciso sempre di essere super. Diciamocelo, in Bahrain poteva correre anche in ciabatte ed avrebbe vinto comunque e comodamente. Certo ha una monoposto spaziale che lo supporta, ma avremmo la stessa percezione se a guidarla non ci fosse lui?
Alonso – 10. Un quasi quarantaduenne ieri si è divertito e non poco tornando a lottare e sgomitare anche contro chi più di quindici anni gli aveva fatto venire il dente avvelenato. Erano millenni che Fernando aveva occasione di giocarsela alla pari o quasi (perché mi sembra evidente che Aston Martin sia attualmente migliore di Mercedes) contro Hamilton. Ed alla fine si prende pure il podio.
Sainz – 5. Carlos ci prova, fa il meglio che può, tuttavia la differenza di prestazione fra lui ed il suo compagno di squadra è sotto gli occhi di tutti. La sensazione che trasmette è un po’ quella d’essere nella terra di nessuna: troppo lontano da Charles per potergli tenere testa, non troppo vicino alle Mercedes per rischiare di perdere la posizione. Quando alla fine lotta con il connazionale non ha armi per potersi difendere – quarto era, quarto è rimasto.
Gasly – 7. Partito ultimo, Pierre torna all’arrembaggio durante il GP (al contrario di Ocon, il cui unico scopo sembra essere stato quello di collezionare penalità su penalità) fino a raggiungere la nona piazza. Buon esordio del transalpino, dopo un sabato non bello.
Sargeant – 8. Tra il campione della Formula E De Vries e il tanto chiacchierato Piastri ad uscire indenne dal debutto è invece l’americano. Forse il meno atteso per i più. Il classe 2000 ha contenuto il distacco col più esperto Albon ad appena otto secondi e riducendo a zero gli errori – un gran risultato per un rookie.