GP Azerbaijan, Eddie Jordan contrario al nuovo format
Eddie Jordan si scaglia contro le nuove modalità introdotte per il GP dell’Azerbaijan. Il pilota irlandese però non è l’unico che si è scagliato contro la costante ricerca verso lo spettacolo…
Il GP Azerbaijan ha già iniziato a stupire, con un Eddie Jordan già critico. Baku è difatti la pista scelta dai vertici della Formula 1 per provare il nuovo format della Sprint Race. Una modalità che prevede le qualifiche prendere il via il venerdì anziché il sabato, giorno in cui ci saranno rispettivamente le qualifiche sprint e la gara sprint. Anche i punti subiranno una variazione, a conclusione della Sprint tutti coloro che rientreranno nelle prime otto posizioni otterranno dei punti a differenza di prima, dove solo i prime tre venivano “ricompensati”.
Un format che punta sempre di più verso la spettacolo, messaggio non piacevolmente apprezzato, soprattutto da Eddie Jordan. Il settantacinquenne irlandese si è schierato duramente contro questa scelta: “Stanno cercando di dara il via a un gioco in cui con più partenze, si dà vita a più eccitazione. In realtà crea solo una grossa confusione” ha dichiarato ai microfoni del podcast Formula for Success
Il timore di perdere l’essenza della vecchia e cara Formula 1
Molti i dubbi sorti da Jordan, il quale sostiene come si stia andando a cercare solo puro divertimento, quando in realtà esso, si tramuta in pericolo per i piloti: “Stanno cercando solo eccitazione. Si sta perdendo la purezza della sana competizione” ha affermato. Ma non è l’unico a pensarla così, anche Ralf Schumacher ai microfoni di Sky Germania, ha ammesso la sua contrarietà sulle nuove modalità introdotte
“Per la stessa Formula 1, per i meccanici, i piloti, tutto ciò che la circonda, gli ingegneri, sorge un forte dubbio: quante gare può gestire la Formula 1 durante ogni weekend? Saranno in grado? ” ha dichiarato. Le qualifiche del GP dell’Azerbaijan hanno visto Charles Leclerc ottenere la prima pole position della stagione con al suo fianco, Verstappen. Le bandiere rosse non sono di certo mancate: cosa ci regalerà Baku?