Giulia Toninelli a F1world: “Hamilton è il nuovo Senna”

Giulia Toninelli Senna

© Ayrton Senna Web-site

F1world incontra Giulia Toninelli nel trentennale dalla morte di Senna a Imola

30 anni fa, ci lasciava a Imola la leggenda della Formula 1 Ayrton Senna. Nonostante gli anni passati, ancora oggi ricordiamo Senna come un’icona indiscussa di questo sport. Per tenere viva la sua memoria, F1World ha avuto il piacere di incontrare direttamente a Imola Giulia Toninelli. Giulia è la scrittrice di “Ayrton Senna – Occhi feroci, occhi bambini“, l’ultimo libro sul campione scomparso che ci permette di riscoprire un Ayrton non solo campione nelle corse ma anche uomo come tanti che ha sempre cercato di aiutare.

Giulia, cosa ti ha portata a scrivere un libro su Senna essendo nata dopo la sua morte?

“Quando ho ricevuto la proposta dalla casa editrice di scrivere un libro per il trentennale della morte di Senna ero titubante. Scrivere di Senna è sempre una grande responsabilità. Avevo già letto e sentito molto su di lui per cui non volevo creare un libro per riscoprirlo; avevo bisogno di un taglio inedito. Ho pesato di raccontare Senna a chi non lo aveva vissuto, non dando per scontato nulla”

E riguardo la prefazione, come hai vissuto l’esperienza con Kimi?

“La scelta della prefazione, è stata pensata a qualcuno che come me ha il mito di Senna in testa ma che di fatto non lo ha vissuto. Tra l’altro ringrazio Kimi, disponibilissimo e molto bravo dato che a soli 17 anni è già molto maturo. Fa impressione interfacciarsi con qualcuno di così giovane considerando l’età media nei paddock e in generale di chi è coinvolto in questo lavoro. Kimi lo avevo già intervistato appena entrato nell’accademy di Mercedes ed era praticamente un bambino ma era già sicuro di sé e non aveva neanche bisogno di un aiuto dal suo ufficio stampa, data l’età. Sembrava qualcuno che aveva a che fare con i giornalisti da trent’anni”

Riguardo il tuo ultimo libro, da cosa deriva questo titolo particolare?

“Mi piaceva molto la dualità del personaggio di Senna. Quando una leggenda come lui muore si viene a creare un problema. Diventa un poster su un muro, un santino e si tende a fargli perdere l’umanità. Si vanno a perdere anche le insicurezze, le cattiverie, gli aspetti negativi che sono normali in una persona per cui mi piaceva mostrare questo aspetto come persona. Ci sono due Senna, quello in pista e quello uomo; quello che deve arrivare alla Formula 1 e quello che è già in Formula 1 e si fa mille domande. C’è sempre un doppio, per cui ho voluto enfatizzare questo aspetto già dal titolo”.

A proposito di Senna come uomo, anche se lo hai “conosciuto” dopo la morte ci sono dei valori che pensi ti abbia trasmesso?

“Sì assolutamente. Scrivere questo libro mi ha un po’ cambiata perché in questi cinque mesi di studio intensivo di Senna ti sembra ormai di conoscerla davvero, in tutto e per tutto per cui i suoi valori, l’attenzione alle persone e la consapevolezza di essere un privilegiato mi hanno fatto capire che nella nostra vita siamo privilegiati nel lavoro, nella fortuna, nell’amicizia o nell’amore ma non bisogna dare nulla per scontato ma anzi bisogna cercare di lavorare e darsi da fare per mantenere inalterata questa situazione; magari aiutando anche gli altri. Cercare insomma di essere la propria versione migliore”

Parlando di te nello specifico, dato l’amore e lo studio che hai dedicato a questo campione, c’è una citazione di Senna che ti ha colpito particolarmente?

“In realtà non sono una fan delle citazioni. Sono le situazioni che mi trasmettono molto più che le frasi fatte. Penso a quell’intervista in cui lui piange dopo una gara e l’intervistatore gli chiede il perché ma lui risponde solo che vive di emozioni. Ecco questo mi ha colpito molto perché anche oggi i piloti sembra che debbano essere invincibili e apparire sempre impassibili, con una certa caratura, mentre Senna appunto non aveva nessun problema a mostrare il suo lato più sincero e puro

E secondo te c’è qualche pilota attuale che incarna il suo spirito?

Banalmente direi Hamilton, soprattutto per le difficoltà che, come Senna, ha avuto come pilota. Nel libro scrivo spesso che Senna si era sentito fuori posto, non capito dai giornalisti e non apprezzato e credo che per Hamilton sia lo stesso. Questo sentore di dover fare di più l’ho letto anche in Lewis. Il primo pilota nero, non di alto contesto sociale tra l’altro, che ha combattuto per le sue lotte come Ayrton. Ormai ha un nome e nessuno si permetterebbe più di sminuirlo , ha un ruolo che si è conquistato da solo. Quando dopo le gare faceva musica e andava alle sfilate non era apprezzato e neanche capito. La gente pensava che non ci tenesse abbastanza al mondo dei motori. Il carattere di dimostrare la propria volontà nel portare avanti le proprie idee è quello che davvero mi fa ricordare Senna”

In conclusione, che cosa sono per te i tre momenti che più hanno caratterizzato Senna? Sia in pista che fuori

“Direi sicuramente la prima volta che è stato in Italia, il racconto del suo periodo kart in cui lui stesso si era chiesto se valeva davvero la pena andare avanti con quella carriera andando contro tutti e per ultima la dualità con Prost. Il loro scontro per me è il vero motorsport, che si pizzicano come compagni di squadra, che si scontrano anche tra loro ma con comunque il riavvicinamento dopo il ritiro di Prost. Menzionerei anche il ritorno della salma in Brasile. Abbiamo visto tutti quei video ma colpisce proprio il legame dei suoi tifosi e come la morte di un “semplice pilota” ha sconvolto tutti proprio per il personaggio che era e per quello che ha fatto. Si vedeva il dolore di un popolo intero

Potete trovare il libro di Giulia su tutte le piattaforme e librerie e incontrare l’autrice al Salone di Torino il 12 maggio e successivamente a Roma, Napoli, in Puglia nel periodo estivo. Vi invitiamo a leggere il suo libro acquistandolo direttamente da questo link. Vi rimandiamo anche alla nostra intervista integrale con l’autrice, che ringraziamo ancora per la disponibilità, che potete recuperare qui.