Giacomelli: “Ai miei tempi, Verstappen sarebbe morto”

Verstappen 2020

Credits: Max Verstappen Twitter

Se l’avessi fatto io ai miei tempi, sarei morto. Quante volte abbiamo sentito queste ‘ramanzine’ dei piloti del passato verso quelli del presente, rei di correre in modo spregiudicato grazie ad auto sempre più sofisticate e, soprattutto, sicure? La memoria, a tal proposito, non può non andare al celebre battibecco di Suzuka ’90 tra Ayrton Senna, appena laureatosi campione per la seconda volta dopo la collisione con Prost, e Jackie Stewart, che nei panni di intervistatore incalzava il pilota brasiliano, accusandolo di correre senza curarsi dell’incolumità dei rivali.

Lo stesso discorso lo ha ripetuto recentemente l’ex pilota Bruno Giacomelli, che ha corso nel Circus iridato a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. Alfiere per diverse stagioni dell’Alfa Romeo, con la quale ha colto il suo unico podio nel 1981, l’ex pilota lombardo ha bacchettato un driver di quest’epoca, ossia Max Verstappen. Parlando delle statistiche, Giacomelli ha fatto un distinguo tra i titoli di Schumacher e quelli di Fangio, per poi mettere nel mirino il pilota della Red Bull.

“Se guardi i numeri, Schumacher ha vinto il titolo sette volte, Fangio cinque – ha puntualizzato Giacomelli a Motorsport.comMa Fangio vinceva con macchine differenti e per di più quando i suoi colleghi morivano, capite cosa intendo? Io credo che Verstappen sarebbe morto almeno tre o quattro volte se avesse corso con le auto degli anni ’80. Nella mia epoca, un incidente lo temevi davvero. Erano attimi interminabili, di puro terrore. Ti stringevi forte al volante e pregavi perché non ti succedesse nulla. Era quello il tuo unico pensiero”