Gasly punge: “La Red Bull mi è quasi costata la carriera”

Pierre Gasly Toro Rosso

Credits: Red Bull Press Area

Pierre Gasly è praticamente convinto che i sei mesi trascorsi con la Red Bull abbiano rischiato di rovinargli la carriera.

Non si può dire di certo che sia stato un anno facile per il francese, che ha preso il posto di Daniel Ricciardo nel team austriaco. Gasly ha provato in tutti i modi di tenere il passo della Red Bull, e in particolar modo del suo compagno di box, Verstappen.

Durante la pausa estiva la scuderia di Milton Keynes annunciò la decisione di retrocedere il pilota francese in Toro Rosso, che effettivamente andò a prendere il posto di Albon. Il motivo di questo scambio è da ricercarsi nella differenza di prestazione proprio tra Gasly e Verstappen.

Eppure a guardare i risultati ottenuti dal transalpino nella seconda parte di stagione, sembrerebbe che la Toro Rosso abbia davvero fatto bene al 23enne. Gasly è stato confermato in Toro Rosso anche per la stagione 2020 di Formula 1: “Nelle categorie inferiori, ho sempre chiuso le gare tra i primi tre – ha raccontato il francese ai colleghi di RTL – Qualcosa non ha funzionato durante la mia prima stagione di Formula 1 con la Toro Rosso. Poi le cose cominciarono ad andare meglio.
Ma quei sei mesi alla Red Bull, tuttavia, sono stati sufficienti per annullare quasi tutto il mio lavoro. Mi è quasi costata la carriera.

RETROCESSO PER LA TROPPA PRESSIONE?

Il boss della Red Bull, Christian Horner, ha recentemente reso noto che proprio la grande pressione alla quale Gasly era sottoposto, si è rivelata essere un fattore chiave nella decisione di retrocederlo in Toro Rosso.

E il francese ha deciso di levarsi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti della sua ex squadra: “Siamo tutti responsabili della mancanza di prestazioni – ha dichiarato – Ci sono certamente cose che avrei potuto fare diversamente, ma ci sono anche molte cose che avrebbero dovuto essere diverse all’interno del team“.