Gara notturna in Australia? Sarebbe uno spettacolo
Paul Little ha le idee ben chiare: vuole che il suo Gran Premio d’Australia si trasformi in una gara notturna. Più spettacolo e più visibilità, evitando così le “levatacce mattutine” della maggior parte dei tifosi in giro per il mondo
La Formula 1 ha visto crescere nel corso degli anni il numero delle gare notturne da quando Singapore ha esordito per la prima volta alle luci del crepuscolo nel 2008. Da quel momento si sono aggiunte negli anni le gare del Bahrain, dell’Arabia Saudita, di Las Vegas per poi passare al Qatar e ad Abu Dhabi. Il presidente del Gran Premio d’Australia, Paul Little, ha affermato: “Mi piacerebbe una gara notturna anche per il circuito cittadino di Melbourne“.
“Penso solo che se riuscissimo a farlo funzionare sarebbe fantastico. Avremmo uno spettacolo straordinario, ma anche un’ottima occasione per raggiungere più facilmente il pubblico mondiale della Formula 1“. Ma nonostante questo desiderio, il presidente ha ammesso che per poter ospitare una gara in notturna è necessario disporre delle infrastrutture adeguate. “Al momento non potremmo disputare un Gran Premio di sera, anche se lo volessimo. Siamo ancora indietro con il lavoro sotto questo punto di vista. Un problema su tutti è quello dell’illuminazione“.
E sulle “levatacce” mattutine dei tifosi…
Il presidente esordisce: “Non c’è dubbio che se spostassimo l’orario attireremmo più persone“. Prima di tutto perché la gara in notturna regala un’atmosfera suggestiva che difficilmente i gran premi pomeridiani riescono a replicare e poi anche per la posizione geografica dell’Australia. Quest’ultima infatti è situata dalla parte opposta del globo rispetto all’Europa, il che rende difficile per una parte significativa del pubblico poter seguire la corsa in diretta.
Consapevole dunque del fatto che un Gran Premio alle luci del tramonto allevierebbe questo problema, Little conclude: “Poter raggiungere i mercati di Stati Uniti ed Europa con una trasmissione in diretta è un qualcosa di entusiasmante per chi cerca di promuovere questo sport in giro per il mondo. Non c’è dubbio che la nostra visibilità aumenterebbe, perché più persone inevitabilmente seguirebbero l’evento potendolo vedere a un’ora ragionevole. Credo quindi che, continueremo a esplorare la possibilità che tutto ciò diventi realtà“.
Margherita Ascè