Formula 1 | Quando la differenza la fanno i nervi

© Mercedes Press Area
È una pole per certi versi clamorosa quella di Sebastian Vettel in Germania, visto il distacco rifilato alla Mercedes di Bottas (poco più di due decimi).
Non ci sono più dubbi che la Ferrari sia la miglior auto in pista, anche grazie a un power unit ormai di riferimento: basta vedere le prestazioni di Haas e Sauber, quasi a ridosso di una Red Bull alle prese con un motore Renault fiacco.
Così come non ci sono più dubbi che sia Sebastian il pilota più in forma di questo 2018, dato palese sin dall’inizio ma che diventa certezza Gp dopo Gp: il suo giro della pole a Hockenheim è stato superbo, senza la minima imperfezione; imperfezioni che sono costate invece la prima fila a un Raikkonen veloce ma impreciso nel momento che conta, cioè il Q3. La differenza l’ha fatta, ancora una volta, il pilota alla guida delle Ferrari numero 5.
Tosto, veloce, granitico quando tutto gira bene: così potremmo definire il Vettel visto nella qualifica odierna.
Non si può dire lo stesso di Lewis Hamilton, veloce venerdì ma svogliato già dal sabato mattina, quando non aveva voluto girare sotto la pioggia caduta sulla pista tedesca durante le FP3. Durante la Q1 ha compiuto tanti errori che lo hanno portato a danneggiare il cambio sul cordolo di curva 1 e a fermarsi lungo la pista, errori peraltro nemmeno ammessi ai microfoni di Sky durante le interviste. Se l’inglese era sembrato molto consistente in avvio di stagione, ora sembra cacciarsi in una delle sue spirali negative che lo portano a un inutile nervosismo, una di quelle che gli costò il titolo nel 2016, per capirci.
In questa fase la differenza la stanno facendo i nervi saldi, e Hamilton dopo l’Austria tranquillo non è più.
In fondo la gara è domani, vedremo se il #44 riuscirà a rimontare. Intanto le qualifiche di Hockenheim rischiano di diventare uno snodo cruciale di questo 2018.