Formula 1 | Luca Baldisserri senza peli sulla lingua: “In Ferrari il terrore la fa da padrone”

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Il tweet di Luca Baldisserri la dice lunga su ciò che pensa l’ex-ingegnere di macchina del barone di Kerpen ai tempi di quella Rossa che lasciava solamente le briciole agli avversari: “Un’altra strategia Tafazzi per il muretto Ferrari”, in riferimento alla foto del comico Giacomo che si randella piacevolmente lì dove non batte il sole.
Il bolognese classe ’62 è quel genio che nel 2003 fu rimosso dal suo incarico per poi essere richiamato frettolosamente e che consentì a Schumacher di dominare: indimenticabile quel trionfo su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo con una strategia basata su quattro fermate nel GP di Magny-Cours 2004!

Oggi però la situazione è diversa e Luca Baldisserri ha deciso di parlare senza peli sulla lingua: “A Suzuka per capitalizzare le buone prestazioni della macchina bisognava semplificarsi la vita, non azzardare con gomme più prestazionali perchè non era scontato che avrebbero tenuto per 19 giri”.
Tra l’altro Kimi (Raikkonen) nelle prime sette-otto tornate aveva dimostrato che con le mescole dure era andato fortissimo”.
Sì, questi sono ragionamenti del lunedì ma “Si è perso il podio pensando di riprendere Lewis (Hamilton) con le soft, sottovalutando la sua capacità di mettere il turbo da un momento all’altro”.

Oggi si segue la telemetria e la statistica, ai suoi tempi si inventava!
Vero, ma fanno tutti così – risponde colpo su colpo l’ingegnere – Si dà troppa importanza ai calcoli che segnalano quali strategie garantiscono più punti e ciò fa perdere di vista la marcatura team contro team o, più determinante, quella pilota contro pilota”.
Non sono i dati a fare la differenza, ma la loro interpretazione”, una frase che porta qualche dubbio sulle sue dimissioni a fine 2009.
Già, avevo sbagliato in Malesia ma è stato giusto così: c’erano preoccupazioni personali e non ero sereno anche se sono rimasto nel giro occupandomi della Ferrari Driver Academy fino a gennaio scorso”.

E cos’è cambiato nel reparto corse di Maranello dai suoi tempi ad oggi?
La risposta è da far strabuzzare gli occhi: “Nè (Sergio) Marchionne né (Maurizio) Arrivabene hanno esperienza di corse, una cultura che oggi il vertice della Scuderia ha perso”.
Non sono più un team ma un gruppo di persone spaventate, nei box serpeggia il terrore ed i ragazzi non si espongono per paura di essere allontanati con disonore”.
Un flop quindi la nuova organizzazione orizzontale? “Sì, perchè non ha senso– continua Luca Baldisserri – La catena di comando della Formula 1 deve essere verticale, anzi militare perchè i numeri uno devono indicare la strada da seguire, motivare le persone, decidere e se sbagliano non vanno mandati via come è successo ad Allison”.

Ma ci sarà pur qualcosa da salvare! “Certo, alcuni reparti lavorano ancora bene come per esempio quello dei propulsori di (Mattia) Binotto che fino a poco tempo fa ha fatto miracoli”.
A tal proposito, come vede Binotto nel ruolo di capo ufficiale tecnico?
Mattia sa motivare la gente, ha tanta esperienza ma non è adatto al ruolo di direttore tecnico – spiega il bolognese – È consapevole di non poter disegnare una monoposto e di non avere conoscenze approfondite sui telai, sull’aerodinamica e sulla meccanica; a mio parere lo vedrei meglio come team principal”.

Insomma, non è una situazione simpatica con l’avvento delle nuove vetture del 2017: “Da decenni non capitava un regolamento a favore delle prestazioni in cui il fattore aerodinamico e quello relativo all’aderenza meccanica conteranno di più – prosegue Luca Baldisserri – Lo spazio per il colpo di genio ci sarà ma personalmente non imposterei il progetto su delle rischiose idee di avanguardia”.
Piuttosto punterei su una monoposto che offra margini di miglioramento da poter sfruttare nel corso della stagione perchè sarà questo che farà la differenza”.
Al contrario dell’attuale SF16-H che è peggiorata notevolmente in questa stagione…
A Suzuka si è visto qualcosa di buono, ma spero che gli uomini in rosso non stiano sprecando risorse esclusivamente per vincere un gran premio perchè è un obiettivo pressochè inutile che va a scapito del lavoro sul progetto 2017”.

E quando tornerà a vincere la Rossa? La classica domanda da un milione di dollari: “Si tornerà a vincere quando in Ferrari otterranno i mezzi per raggiungere un’organizzazione efficiente e stabile perchè i soldi ci sono come anche l’autorevolezza politica, ma nelle corse è la stabilità la chiave del successo”.
Una cosa da nulla insomma… “Non bisogna mettere fretta a chi lavora, capisco che (Sergio) Marchionne voglia vincere subito ma in Formula 1 non funziona così: sarà un’impresa riuscirci in meno di tre anni”.
Qualche responsabilità da parte dei piloti? (Kimi) Raikkonen va meglio rispetto all’anno scorso mentre Sebastian (Vettel) è peggiorato: anche lui si è fatto prendere dall’euforia del “tutto subito” ed è importante che Maranello lo recuperi al più presto e se lo tenga stretto, ma nonostante tutto il problema non sono i nostri piloti”.

Ecco la frecciatina: Max Verstappen è il nuovo Schumi?
Gli riescono le cose difficili – replica Luca Baldisserri – Ha saltato le formule minori ed è stato catapultato in F1 dopo soli sette mesi di Formula 3, sì è furbo come Michael però è meno quadrato ma ha un grande potenziale”.
Quando lei era nella FDA se l’è lasciato scappare: “Non nego – una risposta che più a testa bassa non si può – All’inizio del 2014 avevamo notato che aveva una marcia in più ma non avremmo mai potuto introdurlo immediatamente in Formula 1 come voleva il padre, cosa che invece la Red Bull ci è riuscita grazie alla Toro Rosso”.

Un po’ del suo futuro: ritornerà in Formula 1 con Lance Stroll, quel canadese che l’ha convinta a mollare la Ferrari per la Prema Powerteam, vero?
Il ragazzo ha un buon talento e lo stile di Kimi (Raikkonen) che porta tanta velocità in curva – ammette l’ingegnere di Bologna – Sa mettersi in gioco e lavorare duro con se stesso, cosa che non è da sottovalutare perchè proviene da una famiglia benestante: avere un budget illimitato aiuta sotto il profilo economico ma non in quello motivazionale e fortunatamente lui è molto serio”.
Ha appena vinto in anticipo la Formula 3 Europea ad Imola, un campionato dove lo stile di guida è simile a quello della F1 per cui il reset a cui saranno costretti tutti i piloti nel 2017 per guidare le nuove vetture aiuterà i “rookie” come lui”.
E non ci pensa mai a ripercorrere lo stesso percorso assieme al giovane Mick?
Sospirone, qualche secondo di attesa e si capisce che il cuore di Luca Baldisserri è ancora legato alla famiglia Schumacher: “Ci penso ogni giorno”.