Formula 1 | La sede della Ferrari non si sposterà da Maranello
Ormai sono passati quasi dieci anni dall’ultimo Mondiale vinto dalla Ferrari. Era il 2008 e il Cavallino Rampante, con Massa e Raikkonen, alzava il titolo riservato ai Costruttori mentre l’ultimo iride riservato ai Piloti risale, a un anno prima, al 2007. Se il Cavallino Rampante vuole tornare a vincere, a lottare per i posti che contano non sono stati pochi gli addetti ai lavori che hanno consigliato alla Ferrari di aprire una sua succursale tecnica in Inghilterra, terra natia di buona parte dei team di Formula 1.
Sicuramente uno degli esponenti che si è espresso maggiormente a favore di questa iniziativa è Flavio Briatore. L’ex Boss della Renault ha lasciato intendere che la Ferrari dovrebbe costruire una sua antenna tecnologica nella zona tra Londra e Oxford, la Silicon Valley della Formula 1 dove entro un raggio di 250 chilometri sorgono i quartieri generali di McLaren e Williams (rispettivamente a Woking e Grove), Red Bull (Milton Keynes), Mercedes (a Brackley e Brixworth), Renault (Enstone), Force India (Silverstone), senza dimenticare Manor e Haas che si trovano a Banbury. La concentrazione di giovani e talentuosi laureati che si specializzano e fanno esperienza nei diversi team è altissima.
Nonostante a Maranello si trovino a fare i conti con l’ennesima stagione deludente, coi sogni di riscatto già riposti nel cassetto assieme al progetto della SF16H, l’idea di aprire un proprio polo tecnologico Oltre Manica non è piaciuta ai vertici della Ferrari, né al Presidente Sergio Marchionne, tantomeno al vicepresidente Piero Ferrari: “Possiamo tornare a vincere senza rincorrere geni che con la tradizione della Ferrari sarebbero probabilmente incompatibili – ha ammesso il figlio del Drake sul blog di Leo Turrini – C’erano problemi di organizzazione del lavoro, non può mai essere facile governare un reparto corse che comprende oltre mille persone ma adesso la direzione è giusta“.
L’obiettivo della Ferrari quindi è quello di promuovere le risorse interne al team senza dover necessariamente fare affidamento su progettisti esterni. Del resto a Maranello ci hanno già picchiato di naso e la sensazione comune è che si voglia evitare di replicare insuccessi. Sono tanti i tifosi che ancora oggi ricordano John Barnard, progettista britannico assunto a metà degli anni ’80, al quale venne affidata un’antenna tecnologica nel Regno Unito, un’esperienza senza successo: “Sai quale rimane il mio rimpianto più grosso per gli anni in cui mi occupavo dei Gran Premi? L’assunzione di John Barnard, alla fine del 1986 – ha proseguito Piero Ferrari – Fui io a convincere mio padre, che c’era ancora, della necessità di affidarci a un grande progettista venuto da fuori. Ma Barnard non si integrò mai nella nostra cultura, fu un errore clamoroso“.