Formula 1 | Il punto per il giro più veloce cambierà le strategie?
La notizia del punto extra assegnato all’autore del giro più veloce, a patto che finisca nei primi dieci, è già stata metabolizzata dai piloti, ma non tutti, nel paddock di Melbourne, ne hanno sottolineato gli aspetti positivi. La Formula 1 è andata a pescare una norma vecchissima, impiegata solamente negli Anni Cinquanta, per dare ancor più vigore e intensità alle lotte durante i GP. Ma non c’è solo questo: attribuire il punto extra potrebbe anche risultare decisivo per le sorti del campionato. Immaginiamo solo che si arrivi il dicembre prossimo ad Abu Dhabi con il titolo di campione in bilico per un paio di punti…
Ha sottolineato questo aspetto Max Verstappen, che inizia il 2019 con l’aspettativa di battagliare per il titolo Mondiale data l’enorme fiducia riposta sul motore Honda: “Il punto extra per il giro veloce può essere una buona idea, ma può anche ritorcersi contro di te se stai lottando per il titolo. Noi squadre dovremo trovare il modo di gestire bene questa cosa, perché è un aspetto importante. Cinque o sei giri più veloci in una stagione ti possono portare cinque o sei punti in più a fine anno”.
Altri piloti, invece, non credono che il punto per il giro veloce possa influire troppo sull’andamento del campionato. “Aspettiamo di vedere cosa succede tra un po’ di gare, ma non credo che un punto in più possa cambiare troppo le carte in tavola” sostiene Sebastian Vettel. Il suo collega Daniel Ricciardo, invece, ha sottolineato l’importanza di avere limitato l’accesso al punto extra solo all’autore del giro più veloce che conclude poi la gara tra i primi dieci.
Una norma che, di fatto, taglia fuori da questo piccolo bonus scuderie come la Williams, condannata almeno ad inizio Mondiale a recitare il ruolo di Cenerentola della griglia. “Sono d’accordo sul fatto che solo i primi dieci possano ambire a questo punto extra. Se può decidere il campionato? Non ci ho pensato troppo, ma non credo che sarà così determinante. In ogni caso, aspettiamo qualche gara per giudicare” ha commentato l’idolo di Melbourne Daniel Ricciardo.
Proprio il fatto che il punto extra sia accessibile solo ai primi dieci condanna la seconda metà della griglia a non prendere nemmeno in considerazione il raggiungimento di questo incentivo al giro veloce. “Sfortunatamente non ci interessa – ha commentato Kubica – Questo punto in più non riguarda certo noi della Williams. Cambierà un po’ la maniera di preparare le strategie, questo è certo. Ma, ripeto, è una cosa che riguarda solo chi si può permettere di arrivare nella top ten, non certo noi”.
Uno stratega rimasto anonimo ha offerto una chiave di lettura interessante, riportata su Auto Motor und Sport: “Il punto extra per il giro più veloce, alla fine dei conti, è solo un vantaggio per la terza vettura più rapida. Infatti, il divario tra i primi tre e il resto del gruppo è talmente grande che la terza macchina più veloce in pista può fermarsi, mettere gomme nuove e dare l’assalto al tempo. Tutto questo senza che il suo risultato finale rimanga compromesso, perché un pit stop in più non consentirebbe certo a chi è dietro questa macchina di raggiungerla…”.
Altri, rimasti sempre anonimi, hanno fatto notare che il punto bonus è un vantaggio per costruttori come la Ferrari, i quali dispongono di team clienti come Haas e Sauber: “Immaginate che, durante la gara, la Mercedes realizzi il giro più veloce. A quel punto la Ferrari può chiedere alla Haas o alla Sauber di fermare un suo pilota per montargli gomme nuove e permettergli di andare alla ricerca del miglior tempo. La Mercedes può fare lo stesso con la Racing Point e la Red Bull con la Toro Rosso”.