Formula 1 | Giustizia per la morte di Jules Bianchi: a chiederlo è il padre
È passato un anno dalla morte di Jules Bianchi. Il pilota transalpino è mancato lo scorso 18 luglio a seguito delle tremende lesioni celebrali causate dal violento impatto tra la sua Marussia e un trattore, a bordo pista per rimuovere la Sauber incidentata di Sutil, nelle fasi finali del Gran Premio del Giappone 2014. Una tragedia che i tifosi e gli addetti ai lavori fanno fatica a dimenticare, una ferita aperta per la famiglia di Jules Bianchi ancora in attesa che venga fatta giustizia per il figlio.
Proprio a seguito del brutto incidente che ha visto il coinvolgimento del pilota di Nizza, la FIA aveva creato un gruppo di lavoro che avrebbe dovuto analizzare gli eventi che hanno portato ai fattacci di Suzuka 2014: “L’unica cosa che vogliamo è che venga fatta giustizia per Jules. Il nostro desiderio è quello di continuare a proteggere la sua memoria – ha commentato il padre dell’ex pilota, Philippe Bianchi ai microfoni della CNN – Per me e mia moglie è inaudito sentire gente che attribuisce ancora a Jules la responsabilità di quell’incidente. Abbiamo perso la persona più importante della nostra vita, non abbiamo niente da perdere“.
Il verdetto finale diede l’esclusività della colpa a Jules Bianchi, un’assoluzione completa per la Federazione Internazionale che lasciò interdetti tutti e che convinse la famiglia del giovane a fare causa non solo alla FIA ma anche alla Marussia, la scuderia per il quale il francese correva all’epoca: “L’incidente che ha causato la morte di mio figlio è qualcosa che può capitare per strada ma non durante un GP di Formula 1. Non si può sempre stare qui a piangere chi non c’è più – ha continuato – Va bene lo spettacolo ma bisogna progredire nella sicurezza“.