Formula 1 | GP Bahrain 2018, Fernando Alonso: “Due mesi per capire a cosa possiamo ambire”
La fortuna ed il talento, uniti ad una vettura più competitiva, hanno consegnato la quinta posizione nel Gran Premio d’Australia a Fernando Alonso. Era dal 2014 che la McLaren non partiva conquistando punti nella prima gara, in quell’occasione il doppio piazzamento sul podio valse addirittura la testa provvisoria della classifica.
E’ comunque evidente come la McLaren non possa ritenersi già pronta per lottare stabilmente con i tre top team davanti, inoltre anche Haas e Renault saranno avversari ostici, almeno in questa prima fase della stagione. Fernando Alonso e la McLaren non si faranno trovare impreparati ed hanno in previsione già un doppio pacchetto aerodinamico: il primo verrà introdotto tra questa gara del Bahrain e quella della Cina, il successivo in Spagna.
Obiettivo: lottare con i top team entro fine stagione, è questo l’obiettivo che continua a ribadire il pilota ex-Ferrari, che pone nei prossimi due mesi il limite per valutare il reale potenziale della MCL33:
“Il divario è ancora piuttosto ampio rispetto ai top team – ha esordito l’asturiano – però dipende da noi. Sta al team esprimere al meglio il potenziale in questo Gran Premio e nelle prossime cinque/sei gare. Se riusciremo a portare le prestazioni in pista e ridurre il divario per ottenere la pole position e le vittorie, toccherà a noi sfruttare queste opportunità.”
“Credo che i prossimi due mesi saranno importanti per le nostre speranze per il nostro campionato. Speriamo estrarre il potenziale massimo dalla monoposto e se non saremo in lotta per il campionato, almeno speriamo di lottare per il podio durante il campionato o di stare sempre nella top five, che abbiamo già ottenuto in Australia, grazie alla VSC per via dei ritiri di entrambe le Haas. Magari ottenere la top five sarà una normalità. E’ la prima volta, dopo tanti anni, che i nostri risultati si basano esclusivamente su ciò che facciamo noi.”
“Già in Australia ero quinto ma ero vicino alla Red Bull di Ricciardo e alla Ferrari di Kimi, durante gli ultimi dieci giri della gara. Tutto può accadere in gara. Ho vinto due gare nel 2008 con la Renault. Nel 2009, con l’introduzione del KERS, sono salito sul podio, con una macchina che arrivò nona in campionato. Se sei vicino alle zone che contano, presto o tardi, l’opportunità arriverà e toccherà a noi sfruttarla al meglio.”
Alla domanda su quali cambiamenti la Formula 1 dovrebbe attuare, Alonso ha risposto che vorrebbe una Formula 1 in stile Indy, imprevedibile sino all’ultimo miglio: “Vorrei vedere una battaglia più ravvicinata tra più team, anche se non è sempre stato così. L’altro giorno ho visto una gara del 1990 in tv e, a parte le prime quattro vetture, tutte le altre macchine sono state doppiate.”
“Quel periodo è definito come il periodo d’oro della Formula Uno, nel quale gareggiavano grandi piloti. Ma se noi vedessimo altre gare di altre serie, ad esempio nell’IndyCar, fino all’ultimo giro non si sa chi potrebbe vincere; invece in Formula Uno potremmo, già dal giovedì, scrivere la classifica delle qualifiche e della gara. Questo è molto triste.”