Formula 1, Enzo Ferrari chiuse la porta in faccia ad Adrian Newey
Nonostante le relative smentite, forse il miglior ingegnere della Formula 1 moderna ha sempre rifiutato le avances del team di Maranello, è sempre rimasto fedele alla Red Bull, anche se era stato contattato dalla Ferrari per diventarne il Direttore Tecnico e prendere il posto che alla fin fine venne assunto da James Allison. Ma, a differenza di quello che si potrebbe pensare, i primi contatti tra Newey e la Rossa iniziarono moltissimi anni fa, nel 1985, ma Enzo Ferrari gli chiuse la porta in faccia.
Erano anni caldi per la Formula 1, in un certo senso, analogamente a quanto sta avvenendo attualmente, anche all’epoca, il Turbo non è stato accolto benevolmente dalla maggior parte dei Costruttori e degli addetti ai lavori, si vuole tornare agli aspirati. La Ferrari, in un poco consono colpo di testa, pensa di lasciare il Circus della Formula 1 per passare alla Indycar. I primi approcci tra il Drake e la Formula americana avviene attraverso Bobby Rahal, uno dei migliori piloti della Categoria all’epoca. Ferrari vuole capire come funziona il mondo delle corse nell’emisfero americano tanto che il Drake in persona invitò a Fiorano, per un incontro privato i vertici della Truesports con al seguito tecnici e piloti per un test comparativo che viene effettuato sia da Bobby Rahal che da Michele Alboreto, all’epoca uno degli alfieri del Cavallino Rampante: «È successo nel bel mezzo della stagione e io sono andato nel mese di settembre a Maranello, dove abbiamo portato la nostra vettura sulla pista di Fiorano», ha confidato Rahal.
Il passo successivo era rappresentato dalla costruzione della vettura, e qui, entrò in gioco Newey. All’epoca l’ingegnere britannico aveva 25 anni e lavorava nel team con Rahal. Fin dal primo momento Adrian ha dato prova di tutta la sua abilità e di tutta la sua determinazione, mostrandosi come il genio che lo contraddistinguerà per il resto della sua carriera. A fare il nome di Adrian Newey a Enzo Ferrari fu proprio Bobby Rahal in un incontro privato avuto col Drake, nel suo ufficio. Il pilota statunitense aveva proposto il nome dell’inglese per la progettazione della Ferrari che avrebbe corso in Indycar, ma l’ingegnere non era disponibile. Newey era stato già promesso a un altro team per la stagione 1986 e Ferrari decise di non muovere un piede per provare a portare il giovane Adrian a Maranello, tanto che decise di assumere Gustav Brunner: «Avevamo provato anche a coinvolgere nel progetto Ferrari in Indycar, Adrian Newey che avrebbe dovuto lasciare March ma non sapevamo che l’avevano promesso a un’altro team per la stagione 1986».
La storia, la conosciamo. Con questa mossa politica il Drake ottenne quello che effettivamente aveva richiesto alla Federazione Internazionale, un cambio regole. Nel corso della stagione 1986 i motori Turbo avevano raggiunto, per lo meno in qualifica, potenze molto elevate e il loro sviluppo era divenuto estremamente costoso, tanto da portare la FIA a decidere di eliminare progressivamente i propulsori sovralimentati, bandendoli definitivamente nel 1989. La Ferrari, così, restò in Formula 1, Adrian Newey si fece le ossa, ancora per qualche stagione in America, prima del ritorno in Europa e i destini della Rossa più amata dagli italiani e del mago dell’ingegneri britannico torneranno a incrociarsi, oltre vent’anni dopo.
Eleonora Ottonello
@lapisinha