Formula 1 | Alfa Romeo Racing: un ritorno che fortifica l’asse Maranello-Hinwil

alfa romeo retrotreno 4

© Alfa Romeo Racing Press Area

Un nome che racchiude tanti significati, avvenimenti e storie: storie di vittorie, sconfitte, addii e ritorni. L’Alfa Romeo per la Formula 1 è questo e molto altro: il suo nome ed il suo marchio sono storia in questo sport tanto longevo quanto appassionante che, oggi come non mai, riaccoglie a braccia aperte una realtà che ha contribuito alla costruzione delle fondamenta di quella che è ancora oggi la categoria più affascinante e veloce del mondo: La Formula 1.
Un ritorno tanto atteso, sperato e sognato, soprattutto da quelle persone che l’Alfa Romeo l’hanno vissuta a pieno e della quale si sono innamorati: una storia bellissima che potrebbe trovarsi di fronte ad un altro capitolo tutto da scrivere iniziando con una data: 1 Febbraio 2019.

alfa romeo logo 2019

Nella giornata di ieri, tramite i propri profili social, il team svizzero Sauber ha svelato al mondo quello che sarà il nuovo logo ed il nuovo nome del team: Alfa Romeo Racing, un chiaro passo in avanti di una partnership iniziata già dal 2018, quando il logo Alfa Romeo è apparso sia nello stemma che sulla livrea della C37. Una notizia che ha fatto tanto rumore e attorno alla quale sono state fatte tante discussioni, ma vediamo cosa realmente cambia per il team di Hinwil. Ad oggi nel concreto nell’ormai vecchio team Sauber non cambia praticamente nulla: la gestione sportiva della squadra assieme alla sede rimangono in Svizzera, senza dunque una rivoluzione rispetto al 2018. La partnership già iniziata nel 2018 tra la scuderia svizzera e lo storico marchio italiano è dunque rinnovata: un’impronta sì sempre più italiana nel team ma i veri cambiamenti, se ci saranno, non li vedremo nell’immediato.

La strada che il team svizzero vuole intraprendere l’abbiamo già scoperta durante il 2018, con il team Sauber che è diventato con il tempo sempre più un cosiddetto “junior team” Ferrari e questa tesi trova conferma leggendo la line-up per la nuova stagione in Alfa Romeo: i piloti saranno Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen. Cos’hanno però in comune questi due ragazzi e cosa li lega alla Ferrari? Antonio è stato il frutto di un lavoro lungo ed impegnativo da parte di Ferrari fatto per riportare un italiano in Formula 1: una spinta forte arrivata da Maranello subito dopo essersi laureato vice campione del mondo in GP2 nel 2016, che ha portato i suoi frutti con l’ingaggio da parte della Alfa Romeo per il 2019. Per Kimi è un ritorno alle origini e credo che non sia un caso che a Maranello abbiano condiviso la scelta del finlandese nel tornare in un team fortemente legato alla Ferrari, confermando di essere ancora nel giro di Maranello pur non essendo sotto contratto con la scuderia italiana.

raikkonen giovinazzi

Un’asse Maranello-Hinwil anche per i motori e non solo: Ferrari sarà la fornitrice della power unit per il 2019 dell’Alfa Romeo Racing, fornendo oltre al motore (che sarà identico) anche il cambio e la sospensione posteriore: tutti ingredienti che renderanno la nuova Alfa Romeo una monoposto sempre più simile alla rossa di Maranello. La galleria del vento ad Hinwil sarà dunque fondamentale per sviluppare e creare una monoposto competitiva ed all’altezza del marchio Alfa Romeo: con un budget nettamente inferiore da quello a disposizione dei top team sarà sicuramente difficile competere per le primissime posizioni, ma non è utopia pensare di lottare per il quarto posto nella classifica costruttori, anche in virtù dell’enorme salto di qualità che si è visto durante la passata stagione.

Quello che sta nascendo è un progetto ambizioso e vincente, con alla guida una figura importante come quella di Frederic Vasseur il quale gode di una totale fiducia da parte dei vertici del gruppo FCA, che nonostante la scomparsa prematura di Sergio Marchionne hanno voluto proseguire sulla strada dettata dall’imprenditore italiano. Grandi ambizioni e voglia di lavorare sono di certo ingredienti di un’importanza fondamentale per un team “giovane” come l’Alfa Romeo, che oltre a due piloti sui quali è riposta totale fiducia, può godere di figure d’esperienza e di spicco come Simone Resta, capo progettista in Ferrari dal 2014 al 2018 passato in Alfa Romeo e Luca Furbatto, ingegnere italiano con un passato in Toro Rosso e McLaren. Con base già solida affiancata da una potenza come Ferrari, Alfa Romeo potrà essere davvero la rivelazione: se da un anno all’altro è difficile cucire in modo netto il gap con gli altri team, le sensazioni per il futuro sono incoraggianti e nel giro di qualche anno il lavoro e la costanza potrebbero portare a Hinwil risultati incredibili.

Formula 1, Gran Premio di Singapore: il Venerdi pre gara
© Photo4 / LaPresse
15/09/2017 Singapore, Singapore
Sport
Grand Prix Formula One Singapore 2017
In the pic: Mattia Binotto (ITA) Chief Technical Officer, Scuderia Ferrari and Frederic Vasseur (FRA) Sauber Team Principal

Cosa aspettarci dal futuro? Certamente l’impronta sempre più italiana e lo “zampino” Ferrari sempre più presente, potrebbe far diventare a tutti gli effetti l’Alfa Romeo un team legato alla Ferrari, dando la possibilità ai giovani ragazzi provenienti dalla FDA di esordire in Formula 1 ed avere una corsia preferenziale per emergere in questo mondo. Nelle scorse settimane è arrivato l’annuncio dell’ingaggio di Mick Schumacher da parte della Ferrari, ma il giovane tedesco non è l’unico sbarbato su cui punta la Ferrari, in virtù di una academy di giovani piloti che si sta rivelando la migliore in tutto il circus con una crescita importante e soprattutto graduale dei ragazzi: sia in pista che fuori. L’esempio più calzante è Charles Leclerc, giovane talento monegasco cresciuto nell’academy Ferrari e diventato pilota titolare per la rossa nel 2019.

Alfa Romeo nei suoi anni passati in Formula 1 è stata sia team ufficiale che produttore di motori, quindi la domanda sorge spontanea: “C’è la possibilità di una propria produzione di motori?“. La risposta è semplice ma bisogna porsi primaun altro interrogativo: all’Alfa Romeo porterebbe benefici? La risposta è no, considerando l’affidabilità e la velocità del motore Ferrari e i costi enormi da affrontare per la progettazione e lo sviliuppo di una propria power unit. In questa Formula 1 moderna dove il motore è diventato di un’importanza fondamentale, poter contare su un motopropulsore performante ed affidabile fornito da un team “amico” può essere fondamentale per il processo di crescita dell’Alfa Romeo.