Ferrari, addio alla F1-75 per concentrarsi sulla monoposto 2023?
Nonostante il divario che divide Ferrari e Red Bull in classifica, la F1-75 è molto probabilmente la monoposto più veloce del lotto. E lo ha dimostrato. Eppure in quel di Maranello, forse, si sarebbe già alzato bandiera bianca per pensare al 2023
La Ferrari non può sentirsi sconfitta. Almeno fino a quando non sarà la matematica a estrometterla dai giochi. Eppure sembrerebbe che in quel di Maranello gli sforzi siano completamente riversati sulla monoposto 2023.
È vero che il distacco in entrambi i campionati, Piloti e Costruttori, accusato dal Cavallino Rampante rispetto ai rivali del team di Milton Keynes è ampio. Ma mancano ancora otto gare al termine della stagione e potrebbe letteralmente succedere di tutto.
Parecchi problemi di affidabilità e decisioni strategiche catastrofiche prese dal muretto, hanno fatto in modo che, al 15esimo appuntamento della stagione, il distacco tra Red Bull e Ferrari ammontasse a 118 punti nel mondiale riservato ai Costruttori, mentre in quello dei Piloti, Verstappen ha un vantaggio su Leclerc di 93 lunghezze.
Quando manca praticamente appena un terzo al termine della stagione è normale, per tutte le scuderie della griglia, concentrarsi ormai sulla vettura da far scendere in pista nel 2023. E la stessa cosa starebbe facendo anche la Ferrari, nonostante abbia ancora un titolo da giocarsi.
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— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) September 3, 2022
Spa, decisiva per convincere Ferrari a dedicarsi alla monoposto 2023
Secondo un’indiscrezione rilanciata dai colleghi del Corriere della Sera, lo sviluppo della vettura che il Cavallino Rampante farà scendere in pista nel 2023 sarebbe già in “fase avanzata”. Per dare credito a questi rumors basta andare a riprendere la prestazione delle F1-75 in occasione del GP del Belgio.
Nonostante la penalità che Leclerc si è trovato obbligato a stampare e la partenza dalla pole position di Carlos Sainz, in gara Max Verstappen, che scattava pure lui dalla 14esima posizione, in appena dodici giri è riuscito a prendersi la testa della corsa. Un Gran Premio che ha letteralmente dominato, anche tenendo conto del ritardo inflitto a fine gara a Perez, secondo a diciassette secondi, ma soprattutto a Sainz, terzo, staccato di oltre venticinque secondi.
Il futuro di Binotto in Ferrari non è sicuro
E forse potrebbe non essere solo un’indiscrezione. Proprio il Team Principal della Ferrari, Mattia Binotto, ampiamente criticato a causa di alcune scelte in questa stagione, a seguito del GP del Belgio ha ammesso che il campionato del mondo sarebbe finito e l’unico obiettivo del Cavallino Rampante sarebbe quello di “finire le gare e fare punti“.
Un’immagine che ha lasciato l’amaro in bocca non solo agli appassionati. Nonostante la stagione della Ferrari fosse partita molto bene, sembra che la Rossa, nel corso del 2022, si sia un po’ persa. E anche questo ha messo in dubbio il futuro stesso di Mattia Binotto in Ferrari. Il potenziale licenziamento del manager italo-svizzero è stato descritto da Mark Hughes di The Race come un ritorno a una “cultura del terrore” in quel di Maranello.
“Mettere alla porta chi ci mette la faccia è una cosa che in Ferrari erano soliti fare, tranne che nell’era Ross Brawn/Jean Todt, e ciò ha portato il team a una serie di decisione che hanno fatto cadere il Cavallino Rampante sempre più indietro – ha raccontato Hughes nel suo podcast – Con Binotto la Ferrari ha invertito la sua marcia. Binotto ha fatto in modo che sparisse questa cultura del terrore. E con grande successo“.
La F1-75 non sarà abbandonata a sé stessa
In ogni caso i tifosi hanno di che stare tranquilli. La Ferrari non ha intenzione di abbandonare completamente la F1-75 per concentrarsi sul 2023: “Dobbiamo lavorare sui punti deboli della monoposto di quest’anno è utile per le vetture 2022 e 2023“, ha spiegato il Team Principal della Rossa.
Dalle debolezze venute alla luce quest’anno la Ferrari ne farà tesoro per sviluppare la monoposto che scenderà in pista nel 2023 e tenterà di mettere una pezza ai grattacapi della F1-75. Chissà che a Monza, il podio non possa tingersi di rosso.