Ecclestone: “Bisognerebbe rinunciare alla stagione 2020”

Ecclestone

Credits: Autosport

L’ex CEO del Circus non ha mancato di esprimere la sua opinione in merito alla gestione dell’attuale stagione che, a causa della pandemia, non riesce a trovare una data ufficiale per aprire definitivamente le danze

Poteva mancare l’opinione di Bernie Ecclestone in merito al lavoro che FIA e Liberty Media stanno svolgendo in questo periodo? Naturalmente no. Questa volta, però, l’imprenditore britannico non ha puntato il dito come è solito fare, ma ha ragionato attentamente sulle possibilità di apertura della stagione. Dopo l’annullamento delle prime otto gare, l’inizio del mondiale si allontana sempre di più, facendo riflettere sulle effettive probabilità che si possa arrivare davvero a scendere in pista.

Ecclestone, nello specifico, ha dichiarato che la Formula 1 dovrebbe rinunciare alla stagione 2020, cancellando qualsiasi Gran Premio in programma. Patron del Circus per quasi 40 anni, Bernie ha ammesso – in un’intervista rilasciata per l’agenzia Reuters – di non aver mai assistito a qualcosa di simile. Aver visto lo stesso Gran Premio di Monaco rinunciare a un evento così importante, lo ha colpito particolarmente, facendogli comprendere la gravità della situazione.

UN CALENDARIO DA 18 O DA 0 GARE

Chase Carey e i suoi stanno progettando di ridimensionare il calendario, recuperando almeno 15 gare. Una scelta difficile, che implicherebbe l’annullamento di alcuni contratti già firmati e soprattutto andrebbe a gravare anche sui numerosi tifosi che già hanno organizzato il proprio weekend in pista. Nonostante tutto, sulla scia anche di altri grand eventi che hanno visto calare il sipario per questo 2020, Ecclestone rimane convinto della sua posizione.

Sarei molto, molto, molto sorpreso se si riuscissero a raggiungere 15-18 gare quest’anno. Spero che possano farlo, davvero. Potrebbero anche svolgere tre o quattro gare all’inizio del prossimo anno, contandole ancora come parte del 2020” – queste sono le parole che l’ex CEO ha utilizzato per esprimere la propria opinione.

Ma, se si guarda bene all’intero sistema che governa il mondo della Formula 1, la decisione non spetta solamente ai team o alla FIA. Una grande fetta di opinioni potrà e dovrà arrivare anche dal stessi organizzatori. Se da un lato, infatti, i protagonisti stretti del Circus potrebbero essere all’altezza di questa sfida, dall’altro l’organizzazione del nuovo calendario potrebbe incontrare l’opposizione dei promotori locali.

Funziona tutto nel riassemblare il calendario, puoi farlo mentre aspetti, Ma il grosso del problema sta nel convincere i promotori a organizzare la gara. Anche se i responsabili vogliono rivedere alcune tappe, dovranno mantenere gli organizzatori dei Gran Premi contenti e motivati a farlo”.

SECONDO ECCLESTONE I PROBLEMI SONO ORGANIZZATIVI ED ECONOMICI

Insomma, se sulla carta la riorganizzazione del mondiale sembra possibile, all’atto pratico la cosa comincia un po’ a cedere. Gli elementi da considerare sono diversi, primo tra tutti la salute di appassionati, team, piloti e tutti gli addetti ai lavori. A seguito di questo, che rimane comunque il problema principale e il focus a cui prestare maggiore attenzione,  ci sono poi le difficoltà organizzative ed economiche.

[…] Normalmente non avresti mai fatto una gara a Novembre. Quindi il promotore potrebbe chiedersi: “Come diavolo posso far funzionare questa cosa? Finanziariamente non è possibile, il tempo non è buono in quel momento. La gente non verrà sul circuito. Non sarà sicuramente facile”. Ciò significa che Liberty deve essere pronta a tutto per finanziare la corsa”.

In altre parole, secondo Ecclestone, i nuovi proprietari del Circus devono rimboccarsi le maniche ed essere sul pezzo per dare una mano economica agli organizzatori in difficoltà. Questo significa andare a coprire le spese inevase, a compensare le perdite…significa essere pronti a supportare i diversi promotori delle gare.

Potrebbe essere anche una buona occasione per Liberty di prendere il controllo su tutto.  Una cosa a cui non avevamo mai pensato, una cosa che pensavamo non sarebbe mai successa. Ho avuto ogni sorta di problemi diversi quando ero a capo, non ci davano i diritti TV, c’erano scioperi, non ci pagavano. Ma alla fine siamo riusciti a superarli tutti”.