Analisi della redazione Formula 1 Domenicali vuole un calendario di Formula 1 in continua rivoluzione? 22 Marzo 2022 Eleonora Ottonello Credit: Getty Images Tra pandemia per Covid 19 e l’attuale guerra tra Russia e Ucraina, non si può negare che il calendario di Formula 1 abbia vissuto un triennio difficile Nel 2022, almeno in origine, la stagione avrebbe previsto la presenza di 23 GP nel calendario di Formula 1, numero sceso a 22 a seguito dell’esclusione dell’appuntamento di Sochi. Una soglia che nei prossimi anni potrebbe arrivare anche a 25 gare. La prossima stagione, infatti, si aggiungeranno due Gran Premi all’attuale calendario, con l’ingresso del Qatar e quello, probabile, di Las Vegas. Stefano Domenicali, CEO della Formula 1, ancora una volta ha ricordato ai promotori dei Gran Premi che sono presenti attualmente in calendario, di non poter dormire sonni tranquilli sulla permanenza nel mondiale di Formula 1. Sebbene non sia stato specificato, l’avvisaglia riguarderebbe da vicino soprattutto le gara europee. Non è un mistero che Liberty Media e la Formula 1 vogliano spingersi verso nuovi mercati e nuovi target di pubblico. E una delle aree alle quali il Circus guarda con più interesse è proprio la Cina. Quando la situazione si normalizzerà non sarà difficile immaginare che il paese asiatico, fuori calendario da tre anni a causa del Covid 19, tenterà un rientro nella massima serie automobilistica. La Cina, infatti, è un mercato di espansione importante non solo per la Formula 1, ma soprattutto per gli sponsor che sono presenti nel paddock. ⚫️⚫️⚫️⚫️⚫️ ⚫️⚫️⚫️⚫️⚫️ LIGHTS OUT!!! The 2022 season is GO, GO, GO! #BahrainGP #F1 pic.twitter.com/3hRUqF4qOw — Formula 1 (@F1) March 20, 2022 Europa sotto torchio Proprio in occasione della trasferta bahrenita, Domenicali ha ammesso che ci siano alcune gare in scadenza di contratto con le quali sarà complesso rinnovare. Non tutte le nazioni che ospitano un Gran Premio di Formula 1 sono disposti a farne una “questione di Stato”, arrivando a sborsare quanto richiesto da Liberty Media. Una situazione che inevitabilmente tocca da vicino il Vecchio Continente. Tra gli appuntamenti del calendario, che quest’anno dovranno negoziare il rinnovo ci sono: Francia, Monaco, Belgio e Messico. I tempi in cui alle piste storiche veniva proposto un “trattamento di favore” grazie alla loro storia e prestigio sembrano finiti. L’avvertimento del CEO della Formula 1 sembra teso a mettere sotto pressione proprio due tracciati che hanno fatto la storia di questo sport, come quello di Spa e quello di Monaco. Se quello belga, considerato come l’Università della Formula 1, è indiscutibilmente il più amato dai piloti; quello del Principato è sicuramente uno degli appuntamenti più attrattivi grazie al glamour e al fascino che ogni anno richiama in pista un gran numero di sponsor e appassionati. Domenicali: “Il pedigree non basta, devi stare al passo” Ma il monito potrebbe riguardare da vicino anche tutte quelle strutture, ritenute ormai obsolete, che se vogliono proseguire a essere una tappa fissa nel calendario della Formula 1, devono obbligatoriamente rinnovarsi. Viene da pensare ad esempio a Monza e a Barcellona. Entrambi i circuiti hanno strappato a Liberty Media un rinnovo contrattuale rispettivamente fino al 2025 la prima e fino al 2026 la seconda, impegnandosi però a realizzare alcune migliorie secondo le richieste dell’attuale Formula 1. Grazie a questo modo di agire, le gare che hanno fatto la storia di questo sport, in automatico verranno fatte fuori di volta in volta. A meno che non trovino dei sussidi o siano disposti ad accettare le condizioni di Liberty Media. Non a caso, proprio dopo la decisione di non correre in Russia, si è parlato in diverse occasioni della possibilità di ritornare ad avere un GP in Germania. Le richieste della Formula 1 non troverebbero un punto di incontro coi promotori di Nurburgring e Hockenheim che, dati alla mano, non sarebbero disposti a fare il passo più lungo della gamba. Ma è il mercato che che governa. È sempre stato così. La Formula 1, e lo ha già dimostrato, non è indifferente al fascino del Principe azzurro sul cavallo bianco, che in questo caso potremmo chiamare Mr. Money. Con quale soluzione? Andando a correre in Stati dove i guadagni di certo non mancavano ma ignorando la mancanza di democrazia, trasparenza e rispetto dei diritti umani in quegli stessi luoghi. Tags: 2022, Liberty Media, Stefano Domenicali Continue Reading Previous Brawn: “Siamo soddisfatti di queste nuove auto, ma siamo solo all’inizio”Next Jeddah sotto una pioggia di missili: a rischio il GP dell’Arabia Saudita?