Circuiti al contrario: invertiamo il senso di marcia (Seconda Parte)

2019 Japanese GP

(Photo by Zak Mauger / LAT Images)

Correre al contrario sui circuiti di Formula 1: ipotesi azzardate o scenari realizzabili? Nella seconda parte di questa analisi della Redazione cercheremo di dare una risposta a questo quesito ricorrendo all’ausilio del regolamento FIA e di Google Maps

Con la seconda parte di questo articolo (la prima reperibile qui) continuiamo il nostro viaggio nell’ipotetico mondo dei circuiti storici al contrario. Nella prima parte, oltre ad aver immaginato come sarebbe possibile ottenere un layout inverso del Monza Eni Circuit, abbiamo analizzato quali condizioni deve soddisfare un tracciato per poter ospitare una competizione della Classe Regina. Nel caso ve la foste persa, vi consigliamo caldamente di recuperarla prima di continuare la lettura.

Per chi invece fosse già al corrente delle condizioni necessarie affinché un circuito ottenga la tanto ambita omologazione di Grado 1,  riprendiamo senza ulteriori indugi la nostra analisi partendo da un tracciato molto caro agli appassionati della Formula 1. Pista di casa di uno dei piloti più forti di sempre , Ayrton Senna, il nostro viaggio continua alla volta dell’Autódromo José Carlos Pace.

INTERLAGOS

Anche se nell’immaginario collettivo quando si parla del pilota di San Paolo la mente corre alle immagini del tre volte Campione del Mondo Ayrton Senna sulla sua McLaren, il circuito costruito nel quartiere di Interagos è intitolato a un altro famoso brasiliano, José Carlos Pace. Al pilota  scomparso tragicamente nel 1994 è invece intitolata una delle serie di curve più belle del calendario,  la famosa S do Senna. Il tracciato brasiliano è stato teatro di  gare incredibili e più volte il GP del Brasile è stato fondamentale per la conquista del titolo Mondiale (si, l’edizione 2008 è ancora una ferita aperta). 

Quali sarebbero le modifiche da apportare a un vero e proprio monumento del Motorsport affinché le vetture possano circolare nel senso di marcia opposto? Scopriamolo. Affrontando al contrario la storica sede del GP del Brasile, la curva 15 soprannominata Arquibancadas sarebbe la prima curva percorsa dalle monoposto. In quella che adesso sarebbe una lieve curva a destra non sarebbero molte le modifiche da apportare, a differenza della successiva curva 14. La Subida do Boxes è una curva molto più stretta delle precedente e le barriere ravvicinate potrebbero costituire un pericolo per i piloti. Sarebbe dunque necessario aggiungere una via di fuga (ROSSO) per permettere alle vetture di rallentare prima di impattare contro le protezioni in caso di incidente.

Proseguendo nel percorso a ritroso le monoposto dovrebbero affrontare curva 12,  e la cosiddetta Junção rappresenterebbe una sfida per i piloti, poiché si troverebbero a dover affrontare una forte decelerazione all’uscita di un’altra curva, la 13. Come se non bastasse la pendenza elevata renderebbe più lunga la zona di frenata, alla quale si arriverebbe con il DRS spalancato. Sarebbe dunque necessario allungare di molto la via di fuga in uscita provando anche a diminuire la pendenza (BLU).

UNA PISTA TUTTA IN SALITA

Le curve 11 e 9, rispettivamente la Mergulho e la Pinheirinho, dovrebbero subire pochi rimaneggiamenti. Sorte diversa invece dovrebbero subire la 10 e la 8. Sebbene siano curve da affrontare a media velocità esse rappresenterebbero un punto critico del circuito. L’arretramento delle barriere sarebbe impedito dalle mura (GIALLO nell’immagine precedente) che sostengono i pendii su cui gettano le fondamenta le curve superiori del circuito. Queste due sezioni rappresenterebbero forse una delle sfide più grandi per i progettisti incaricati di stravolgere uno dei circuiti più prestigiosi al mondo.

La altre zone della pista dovrebbero subire un restyle analogo a quello subito dalle Varianti di Lesmo nello scorso articolo, cioè un’inversione dell’orientazione spaziale delle barriere con conseguente allargamento delle vie di fuga. Questo processo sarebbe cruciale nelle curve 5 e 6, che vanno a formare la Descida do Lago (ROSSO), e nella Curva do Sol (curva 3, BLU). Sorpassata questa, i piloti dovrebbero affrontare la famosa S do Senna. La chicane è posta su un forte dislivello e, affrontata al contrario, questa serie di curve in salita assumerebbe connotati completamente diversi da quelli attuali.

Tra le tante modifiche da apportare alla pista non figurerebbe quella dell’attuale entrata e nuova uscita dei box, mentre potrebbe essere rivista la sezione antecedente alla pit entry, da collocare eventualmente anche in curva 2 e non più in 3, di fatto accorciandola (GIALLO).

CIRCUITI NEL SOL LEVANTE

Proseguiamo ora spostandoci dal Sud America all’Asia. Quella giapponese è sempre stata una terra fertile per il Motorsport in tutte le sue forme, come testimoniano le varie Honda, Yamaha e Kawasaki, impegnate su più fronti nel mondo delle corse. Nell’immaginario collettivo il GP del Giappone ha assunto un fascino particolare, anche per via degli storici circuiti che lo hanno ospitato. Il Fuji International Speedway, sede delle prime edizioni del GP, è stato teatro di gare memorabili, come quella che assegnò il titolo Campione del Mondo al britannico James Hunt nel 1976, anche grazie al ritiro volontario da parte di Niki Lauda.

Il Circuito del Fuji però ha negli anni ceduto il posto a un’altra pista famosissima, quella del Circuito di Suzuka. Situato nella prefettura di Mie, il tracciato in più occasioni ha fatto da sfondo alla celebre rivalità Senna-Prost, oltre a essere stato decisivo più volte nelle battute finali di campionati combattutissimi. Proveremo dunque a immaginare un versione “reverse” di uno dei circuiti più pittoreschi ed evocativi presenti nel calendario attuale.

SUZUKA

Il tracciato giapponese lungo 5 807 metri è considerato un circuito estremamente tecnico e variegato. A differenza di Interlagos, la pista ospita non una, bensì due S, una successione di cinque curve da affrontare a media velocità tanto belle quanto impegnative. Per poter permettere alle monoposto di percorrerlo al contrario i progettisti dovrebbero fare i conti con alcuni punti critici. Il primo di questi punti corrisponderebbe alle prime curve da affrontare, la 18, 17 e 16, il cosiddetto Casino Triangle.

Questa zona del tracciato dovrebbe essere pesantemente rivisitata per soddisfare gli standard di sicurezza imposti dalla FIA. In primo luogo andrebbe allargata la pista per permettere il transito delle macchine affiancate. Andrebbero riposizionate le barriere e allargate le vie di fuga (ROSSO), con conseguente arretramento delle tribune. Come se non bastasse, la curva 16 immette direttamente nel rettilineo che conduce alla famosissima 130R. La curva si sviluppa sul caratteristico ponte che permette al circuito di avere la sua peculiare forma ad otto. Gli ingegneri dovrebbero dunque modificare completamente buona parte del terzo e del primo settore (VERDE).

L’Hairpin e le Spoon (curva 11 e 12-13) dovrebbero subire semplicemente un’inversione delle barriere e degli ingressi dei marshall. Ultime ma non meno importanti, le S sarebbero soggette ad un parziale restyle. Se da un lato le vie di fuga delle curve 6 e 4 non andrebbero spostate, quelle di curva 7 e 3 sconfinerebbero nella zona riservata agli Hospitality, mentre quelle di curva 5 arriverebbero addirittura nel laghetto presente dietro il Paddock (ROSSO).

IN PRIMA PERSONA

Quella di percorrere circuiti al contrario, nella pratica, sarebbe un’idea molto complicata da realizzare. La possibilità di ospitare due gare di cui una alla rovescia nell’arco di un solo weekend necessiterebbe non solo di un restyle molto importante delle piste, ma anche di un‘imponente mole di lavoro aggiuntiva per gli addetti durante le competizioni, che dovrebbero invertire contestualmente al senso di marcia le protezioni per le vetture e le postazioni dei marshall. In realtà, anche se in occasioni non ufficiali, qualche tentativo è stato fatto, come dimostra il video di Max Verstappen (disponibile qui) che a bordo della RB8 ha percorso il circuito di Spa-Franchorchamps alla rovescia, offrendo agli appassionati una visuale inedita delle famosissime Eau Rouge e Radillon.

Se invece foste curiosi di sapere come si presenterebbero i circuiti di Interlagos e Suzuka al contrario vi lasciamo, come nel caso del Monza Eni Circuit nella prima parte di questa analisi, ai video del canale YouTube RaceVidzzzFTW (Interlagos disponibile qui) (Suzuka disponibile qui) e alla loro serie “Backwards Hotlap”, che grazie all’ausilio di F12019, il gioco sviluppato da Codemasters, permette di dare uno sguardo a tutti i tracciati presenti nel calendario di Formula 1 della scorsa stagione affrontati in maniera speculare a quella consona.