che fine fanno le monoposto di formula 1 a fine anno Girardo&Co

Credit: Girardo&Co

È uno dei quesiti che gli appassionati si pongono. Vi anticipiamo già che non vengono smontate e buttate nel sacco dell’indifferenziata

Dopo 265 giorni di vita e 22 appuntamenti mondiali, possiamo dire che la vita delle monoposto di Formula 1 che hanno preso parte al campionato 2022 si sia definitivamente esaurita. Con l’inizio del nuovo anno è arrivato il momento di mettere a dormire i gioielli a quattro ruote che si sono dati battaglia sui circuiti di tutto il mondo nella stagione appena passata. Ma che fine fanno le monoposto di Formula 1 quando termina il Campionato?

Non fanno la fine degli omamori o dei Daruma giapponesi, amuleti portafortuna che, entro i primi quindici giorni del nuovo anno, vengono bruciati e purificati in un rito chiamato dondoyaki. Non vengono smontate, pezzo dopo pezzo, e riciclati in chissà quale fonderia. Ma ci sono alcune opzioni più interessanti.

Al museo

Una volta conclusasi la stagione tranne Alpine, Ferrari e Mercedes, le altre scuderie devono restituire i motori, il cambio e le altre parti “a noleggio” della monoposto ai propri fornitori. Queste vetture, ridotte al solo telaio, troveranno una nuova vita all’interno dei musei a esempio. Sebbene alcune delle più prestigiose McLaren, ad esempio, si possono osservare in mostra nel viale del McLaren Technology Centre, la maggior parte delle monoposto uscite dalla factory di Woking finiscono nell’Unità 2 Top Secret, un enorme magazzino, contenente circa dalle cinquanta alle settantacinque vetture che hanno preso parte al campionato di Formula 1, comprese quelle guidate da Alain Prost e Lewis Hamilton.

Nel 2012 la Sauber ha ideato un modo innovativo per mostrare agli appassionati esattamente come funzionano le loro vetture. Come? Hanno diviso a metà la BMW-Sauber F1.08 consentendo così ai fans di vedere coi propri occhi, e capire meglio, cosa accade all’interno di una monoposto di Formula 1 e quanto siano compatte tutte le parti meccaniche che danno vita alla vettura.

Demo in giro per il mondo

Non c’è niente come una monoposto di Formula 1 che attiri l’attenzione. Che sia quella di un appassionato ma anche di un ben più umile osservatore. Sono diversi i team che utilizzano le proprie monoposto degli anni passati per fare delle dimostrazioni per il pubblico. Nonostante le livree aggiornate alle ultime stagioni, queste vetture vengono generalmente spinte dai motori V8, più rumorosi e più di impatto rispetto a quelli attuali.

Proprio in occasione del primo Gran Premio di Arabia Saudita, la Red Bull ha portato la RB8 del 2012 per le strade di Jeddah mentre nel 2016, Max Verstappen, aveva guidato la RB7 lungo una pista da sci appositamente progettata a Kitzbuhel, in Austria, completa di pneumatici Pirelli chiodati e catene per la neve.

Test anti concorrenza sleale

Moda degli ultimi dieci anni, è quella di utilizzare le monoposto di Formula 1 “sorpassate” anche nei test per i giovani piloti o per i test degli pneumatici Pirelli. Per evitare qualunque tipologia di vantaggio, tenendo conto anche dei divieti del regolamento, generalmente si utilizzano vetture ferme da almeno due anni.

Pezzi di ricambio

Sono circa ottanta mila i componenti che costituiscono una vettura di Formula 1 e i pezzi di ricambio non mancano. Ovviamente a seconda del regolamento in atto, una volta smontate, alcune parti della monoposto vengono conservate o per essere riutilizzate sull’auto dell’anno successivo o nel caso in cui siano necessarie parti extra nelle demo future.
Un altro modo di riciclare le differenti parti che compongono una monoposto di Formula 1 è quello di metterle in vendita. Di tanto in tanto, gli appassionati del Circus hanno la possibilità di portarsi a casa un componente della loro vettura preferita.

Regalate ai propri piloti

Sebbene non tutte, ma alcune scuderie hanno deciso di regalare ai loro piloti le monoposto con le quali quest’ultimi hanno vinto i campionati del mondo, o ci sono andati vicino.
La Benetton regalò a Michael Schumacher le vetture del 1994 e del 1995, che ora sono esposte in una mostra a pochi chilometri dalla sua città natale; la Renault ha fatto la stessa cosa con Fernando Alonso, regalando le monoposto del 2005 e del 2006 al pilota iberico che ha deciso di esporle all’interno del suo complesso kartistico e museale a Oviedo.

Nonostante la Ferrari abbia deciso di regalare a Charles Leclerc la SF90, il monegasco ha preferito donare l’esemplare a un museo. Una scelta completamente differente da quella di Nelson Piquet. Il tre volte Campione del Mondo di Formula 1, non si nega a farsi immortalare alla Williams FW 11 appesa a una parete della sua villa.

Collezionisti privati

Chi ha qualche milione di euro che non sa come spendere o che gli avanza, può avere l’opportunità di acquistare una monoposto di Formula 1. Ovviamente le scuderie non vendono le vetture utilizzate fino a pochi anni prima questo perché in ogni caso sono dei contenitori di informazioni preziose.
Nel 2013 la Mercedes mise in vendita la vettura del 1954 ut1ilizzata da Juan Manuel Fangio per conquistare il suo secondo dei cinque titoli. L’auto è stata battuta per 19,3 milioni di sterline, diventando così la vettura di Formula 1 più costosa mai messa all’asta. E proprio queste monoposto, hanno una seconda vita in pista.

Così i loro facoltosi proprietari prendendo parte a eventi come il Goodwood Revival, l’Historic Grand Prix di Monaco o agli eventi Ferrari riservati alle F1 Clienti, consentono ai privati di dare una seconda opportunità sull’asfalto alle loro vetture. Il Cavallino Rampante, per esempio, ha organizzato un sistema di tutto rispetto per i proprietari delle loro monoposto, che possono scendere in pista ai Ferrari Racing Days, immedesimandosi nei panni di un pilota di professione, supportati da un team di meccanici della Rossa.