Caso Pirelli, gomme più piccole dal 2026

© Pirelli F1 Press Area
In vista della rivoluzione del 2026, Pirelli si aspetta un ridimensionamento delle gomme per permettere di avere una monoposto più leggera, ma di cosa si parla esattamente?
La Formula 1 si sa, è un settore altamente all’avanguardia, e con lo sguardo sempre puntato verso il futuro. Per questo, nel 2026 si prevede una nuova rivoluzione in arrivo, con nuovi regolamenti che stravolgeranno principalmente i motori delle monoposto, e non solo. Con il passare degli anni abbiamo avuto modo di vedere monoposto sempre più grandi e larghe, che ponevano una sfida sicuramente interessante per i team: il problema del peso. Avendo vetture sempre più grandi, l’aumento di peso è del tutto inevitabile, ma non impossibile da arginare. Per questo, per il 2026, Pirelli si aspetta un ridimensionamento delle gomme, per cercare di ottenere una monoposto più leggera.
Con un accordo che lega Pirelli in Formula 1 fino al 2027, l’azienda italiana non può che considerarsi parte della rivoluzione, che mira a vetture sempre più leggere. Questa volta, a parlare è Mario Isola, boss Pirelli, che decide di fare il quadro della situazione: “Nel 2026, avremo vetture completamente diverse, e sicuramente anche le gomme lo saranno. E’ possibile che avremo gomme più piccole, si. Non è nulla di concreto per ora. Ma l’obiettivo del 2026 non è un segreto: vogliono macchine più leggere, più agili, e chiaramente le gomme sono parte di una monoposto. Ci aspettiamo per il 2026 di dover fornire gomme più piccole, ma nulla di nuovo. Lo abbiamo già fatto in passato“.
In seguito, il boss italiano spiega l’attenta selezione dei materiali delle gomme, costituite da elementi di alta tecnologia per risultare il più leggere possibile. “Gli elementi di costruzione che utilizziamo, sono già materiali di alta tecnologia che risultano essere molto leggeri. Se metti troppo peso su una gomma, rischi di generare più calore. Generare più calore significa creare situazioni per cui, sottoponi la gomma a particolari stress che non assicurano la durabilità di una certa performance”, conclude.