Carlos Sainz e il confronto Ferrari – McLaren
Bayer Monaco, Real Madrid e Barcellona sarebbero secondo il pilota i perfetti paragoni calcistici di Mercedes, Ferrari e McLaren
Che la lotta contro la supremazia delle Frecce d’Argento sia attiva all’interno di ciascuna scuderia, è ormai chiaro. Ognuno dei team presenti sulla griglia di partenza, a modo suo, sta cercando la strategia più giusta per abbattere il dominio Mercedes. Secondo Carlos Sainz, tuttavia, per capire meglio come si stanno comportando le diverse squadre, è più semplice utilizzare una metafora calcistica. Quindi: se la Mercedes è il Bayern Monaco, allora Ferrari e McLaren rappresentano rispettivamente Real Madrid e Barcellona.
Secondo Sainz, che ha da poco detto addio alla scuderia di Woking per trasferirsi a Maranello, tutte le squadre citate hanno alle loro spalle la storia e il pedigree per essere dei giganti. E lo stesso vale per i team di Formula 1. Lo spagnolo, infatti, ha ammesso di aver lasciato una dei migliori team nella storia del Circus, con la quale è cresciuto e ha imparato molto. Ora, però, unendosi alla scuderia italiana ha messo piede in quella che, secondo la sua visione, è l’esatto esempio del Real Madrid.
CONFRONTO FERRARI – MCLAREN
“È un modo di dire” ha dichiarato Sainz in un’intervista ad AS. “Ma la McLaren può ben rappresentare il Barça, che è comunque un’ottima squadra. Non si possono fare paragoni, perché entrambe le squadre sono in una fase di ristrutturazione, per cercare di combattere la Mercedes. Ma sono le due migliori scuderie della storia e quando passi dall’una all’altra significa che stai facendo qualcosa di giusto in Formula 1“.
E, proprio per questo motivo, Sainz è molto ottimista nei confronti di ciò che potrà costruire con la Ferrari. L’idea, come lui stesso ha dichiarato, è quella di creare un clima simile a quello vissuto in McLaren. Un clima caloroso, avvolgente, dinamico. “Il fatto che sia riuscito a farlo in McLaren non significa che riuscirò a farlo anche in Ferrari“, ha però sottolineato, consapevole delle dinamiche particolari che possono essere vissute all’interno del team di Maranello.
“Posso farlo” ha poi continuato. “Mi piace Binotto e mi piace quello che vedo, quello di cui abbiamo parlato. Non ci sono state esitazioni quando si è trattato di firmare il contratto e andare avanti. Nella mia testa, non vedo perché non possa essere creato questo tipo di ambiente anche in Ferrari. […] Devo analizzare e capire la situazione, e contribuire con la mia conoscenza, con il mio modo di fare le cose. Una squadra è composta da mille persone e il pilota non può che mettere talento e velocità in direzione dello sviluppo della squadra. Ma che la macchina sia veloce, non dipende solo dal pilota“.