Cambia il sistema di punteggio. Si rischia il caos?

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Dopo il gran premio del Belgio dello scorso anno cambia del tutto il criterio di assegnazione del punteggio in caso di gara sospesa. E diventa complicatissimo
La federazione ha recentemente cambiato il sistema di attribuzione del punteggio. Una modifica che non è sembrata sostanziale, e infatti la notizia è passata abbastanza sotto traccia, superata in importanza dalla presentazione delle nuove vetture o dagli strascichi dei Abu Dhabi 2021 (Hamilton e Masi ancora protagonisti, insomma). E invece si tratta di un intervento davvero importante, e anche piuttosto maldestro, da parte di una federazione travolta da esigenze contrastanti e in difficoltà nell’affrontare situazioni “delicate”.
Chiaro che dopo lo scandalo di Spa 2021 non si poteva far finta di niente. Una gara corsa per due giri dietro la safety car non può assegnare gli stessi punti di un gran premio che invece è stato corso per tre quarti della sua durata prevista. E quindi un intervento su questo tema è più che comprensibile. Ma se aggiungiamo la gran voglia della federazione di dare importanza alla gara del sabato, aumentando il punteggio che le viene attribuito, ne viene fuori una combinazione micidiale di casi (e numeri) che rischia di disorientare più di uno spettatore.
I dettagli del nuovo sistema di punteggio. Decisamente molto complessi
Per i dettagli rimandiamo ai pezzi dedicati. Ma basta un dato, per capire che forse la soluzione è peggio del problema. I casi in cui cambia l’attribuzione dei punti sono cinque! Tantissimi. Si distingue tra una gara con distanza percorsa inferiore al 25%, tra il 25% e il 50%, tra il 50% e il 75%. Era veramente necessario? Ovviamente i punti attribuiti crescono in proporzione al numero di giri che si è riusciti a percorrere. Che come concetto si può anche accettare. Ma la conseguenza è che ricordare a memoria tutte le casistiche è del tutto impossibile.

Nei, speriamo pochi, casi in cui una gara rischia di essere interrotta si dovrà insomma considerare non solo la posizione del proprio pilota preferito, ma anche la percentuale di giri percorsa. Solo a quel punto si potrà capire quanti punti ha totalizzato in classifica, se ha guadagnato posizioni, se è in testa al mondiale oppure no. Un’assurdità!
Cambia la durata della gara, cambia anche il numero dei piloti che ottengono punti. Perché?
A tutto questo aggiungiamo il lato più nevrotico del nuovo sistema. Se la gara non raggiunge la metà dei giri previsti prendono punti solo i primi cinque classificati. Altrimenti dieci. Vuol dire che tra fermare la gara una manciata di giri prima o dopo ci può correre un vero e proprio stravolgimento della classifica. Immaginiamo una Haas che si trova nona dopo trenta giri. Se viene esposta bandiera rossa non prende punti. Se la bandiera viene esposta dieci minuti dopo li prende!

E sappiamo l’impatto che può avere sulla classifica costruttori un’eventualità del genere. Con conseguenti ripercussioni anche sui premi erogati e sulle finanze dei team. Ebbene, tutto questo dipenderà dalla decisione soggettiva della direzione gara di sospendere una gara un po’ prima o un po’ dopo. Se si voleva togliere dalle spalle dei commissari un po’ di pressione non è certo questa, la direzione.
Un gioco perverso: prevediamo il punteggio del…Gran Premio del Brasile?
Per esprimere tutta la nostra perplessità facciamo una simulazione provocatoria. Il Gran Premio del Brasile è il penultimo della stagione 2022. Facile che i punti “scotteranno” particolarmente a metà Novembre. Possibile anche che la gara sia bagnata. O meglio ancora oscilli tra bagnato e asciutto, come accade a Interlagos con una certa frequenza. Infine si correrà la Sprint Race del sabato, non valida per la griglia ma che attribuirà punti fino all’ottava posizione.

Se due piloti saranno in lotta per il mondiale l’esito di quel gran premio potrebbe essere decisivo per il titolo in base a un gran numero di variabili. L’esito della sprint race per primo. Poi la durata della gara, con ben cinque casistiche, che differiscono per punteggio e per numero di piloti premiati con dei punti. Infine, perché ce n’eravamo dimenticati, chi fa il giro più veloce.
Era davvero necessaria tutta questa complicazione?
Nella speranza che non siano due giri in più o in meno percorsi magari in quinta o sesta posizione a decretare l’esito di un mondiale, resta il dubbio che la modifica appena introdotta sia davvero troppo complessa. Ci sono casi in cui la Federazione per risolvere un problema si comporta da “Ufficio complicazioni affari semplici”.
Magari di gare interrotte non ce ne saranno, le sprint race saranno lineari (e noiose) come accaduto nel 2021, e il campionato sarà comunque una splendida sfida con sorpassi e vittorie all’ultimo giro. Ci divertiremo tutti. Eccetto, questo è sicuro, quel poveretto che dovrà aggiornare la classifica dopo un gran premio interrotto per maltempo.