Button: “Mi piacerebbe guidare nuovamente in F1”
Come ha dimostrato il clamoroso ritorno di Robert Kubica, la griglia di partenza della Formula 1 lascia ancora spazio ai veterani della categoria e non solo alle stelle nascenti della nuova generazione
I programmi di sviluppo dei top team di Formula 1 stanno sfornando futuri campioni, pronti sin dalla giovane età a dimostrare il loro talento nella massima categoria. Il Red Bull Junior Team, creato nel 2001, ha dato vita a una nuova scuola di pensiero: crescere aspiranti piloti in casa e sostenerli fino a farli arrivare ai vertici del motorsport. Il Circus, però, ha dimostrato quest’anno con il ritorno di Robert Kubica di essere ancora pronto ad accogliere piloti veterani, sempre più bistrattati da questo ambiente e dimenticati da tifosi e media, parola di Jenson Button.
Il britannico si è ritirato dalla F1 al termine della stagione 2016, dopo ben sette anni passati con la McLaren e un clamoroso titolo vinto nel 2009 con la Brawn GP. L’ultima apparizione di Button, tuttavia, risale al 2017, quando ha preso parte al Gran Premio di Monaco per sostituire il collega e amico Fernando Alonso, impegnato nella stessa data alla Indianapolis 500.
Da allora, l’ex campione del mondo ha gareggiato nel campionato Super GT 2018, vincendo il titolo con il Team Kunimitsu, e nel World Endurance Championship. Queste gloriose esperienze, però, non hanno colmato il vuoto lasciato dal Circus; durante un’intervista, infatti, l’inglese ha ammesso di voler guidare nuovamente una monoposto di Formula 1.
Le tante esperienze maturate dopo il ritiro del 2016, non sono bastate a Jenson Button, che si è detto pronto a tornare al volante di una monoposto di Formula 1
Nonostante le parole d’amore per il campionato più veloce al mondo, un clamoroso ritorno nel 2020 è da escludere. Button, infatti, si sente “dimenticato” e non si aspetta che gli venga offerta la possibilità di tornare a correre nella massima serie, visto che Mercedes, Ferrari e Red Bull stanno cercando sedili per i giovani piloti cresciuti nei programmi di sviluppo.
“Vorrei dire di si (a un ritorno in pista N.d.R.) ma in questo sport vieni dimenticato molto rapidamente. Adesso cammino nel paddock e le persone non mi riconoscono. Sto scherzando su questo ma penso che come pilota si siano scordati di me”.
Per il 39enne britannico, le attuali monoposto di F1 sono le vetture più veloci mai esistite e tornare al volante di una di queste è il suo sogno proibito. “Guardare queste auto in pista è fantastico. Le velocità raggiunte, la capacità frenante, il carico aerodinamico, il cambio di direzione; sono dei pezzi unici, sono più veloci di qualsiasi cosa io abbia mai guidato. Per certi versi (questo mondo N.d.R.) mi manca e mi piacerebbe nuovamente pilotare una Formula 1 ma correre nel campionato… no, sono sicuro di essere stato superato”.