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Credits: Autosport.com

Non saranno stati contenti i vertici di Liberty Media nel constatare che, dopo solo un giro, ambedue le Ferrari erano sparite dalla scena del GP della Stiria, a causa della manovra fratricida tentata da Charles Leclerc.

Il monegasco ha ammesso le colpe nell’impatto, scagionando Sebastian Vettel, a cui la Curva 3 del Red Bull Ring, per un verso o per l’altro, ha portato male in entrambi gli appuntamenti iniziali. Anche Ross Brawn ha commentato l’impatto tra le due Rosse, definendolo un “peccato capitale”. L’ex capo del muretto Ferrari non ha usato mezze misure nel definire l’autoscontro tra le SF1000: “È un qualcosa a cui non vorresti mai assistere in qualità di team principal. Davvero un peccato, perché la corsa è stata combattuta nelle prime posizioni, ma la Ferrari non ha nemmeno iniziato la gara, si può dire”.

COLPE

“La cosa che più fa male è che la macchina era dotata di alcuni aggiornamenti nell’aerodinamica (nuovo fondo, n.d.r.) e la gara sarebbe stata la prova del nove per testarne la bontà. Invece così… Almeno Charles ha riconosciuto le proprie responsabilità nello scontro. Ora in fabbrica ci sarà del lavoro da fare, in vista dell’Ungheria” ha continuato Brawn, che ha poi affrontato il tema dell’enorme pressione mediatica cui è sottoposto il Cavallino. La stampa è stata impietosa nei confronti dell’esordio mondiale della SF1000: se i paragoni tra Hamilton e Senna fioccano a volontà, dall’altro lato c’è chi paragona la Rossa attuale a quella dei primi anni Novanta. Ossia quell’epoca in cui si registrò l’ultimo grande digiuno di vittorie a Maranello, che durò dal 1990 al 1994, quando Berger vinse a Hockenheim.

PRESSIONE

“La pressione mediatica in Italia è di una portata spaventosa – ha riconosciuto Brawn, alludendo anche alle voci che mettono in dubbio la posizione di Mattia BinottoTra tutte le squadre, la Ferrari è quella che più subisce i giudizi della stampa. Si trovano in una situazione complicata: è chiaro che qualcosa non funziona sulla macchina, e va trovato, analizzato e risolto. Ma il tempo non è molto. E come dargli torto, in merito a quest’ultimo aspetto. A remare contro le prospettive di questa sciagurata SF1000 c’è un calendario frenetico, con poche pause tra una gara e l’altra per recuperare i mesi di stop. Il peggiore scenario per chi vuole colmare un divario tecnico preoccupante.