Binotto: “Non abbiamo la bacchetta magica”

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Credits: Ferrari Press Area

Mattia Binotto chiede tempo e pazienza, gli ingredienti principali per essere nelle condizioni di aprire un nuovo ciclo vincente

Una stagione di alti e bassi quella della Ferrari di Mattia Binotto fino a questo momento. Da una parte le Pole di Leclerc a Montecarlo e a Baku, il secondo posto di Sainz nel Principato e quello di Charles a Silverstone. Dall’altra la consapevolezza che per tornare al vertice bisogna fare ancora tanta strada. Soprattutto considerando il livello raggiunto da Mercedes e Red Bull, i due colossi che si stanno giocando il titolo. 

Il team principal della Rossa ha provato a fare il punto della situazione ai microfoni della Gazzetta, partendo da quanto visto in Belgio. “Sabato non abbiamo avuto una buona qualifica, ma di solito siamo abituati a tirare le somme alla domenica. Sono convinto che avremmo potuto fare una buona gara. Nei fatti, l’unico GP in cui siamo andati in difficoltà è stato in Francia, ma nell’arco di una stagione può capitare. Per il resto ho visto dei progressi incoraggianti”.

Binotto è poi tornato a proteggere la sua coppia di piloti, che in passato ha considerato come la migliore di tutto il Circus. “Si, penso che quella formata da Leclerc e Sainz sia la coppia più veloce sulla piazza. Charles è straordinario, e ho ancora negli occhi quello che riuscì a fare nel 2019 con una vettura competitiva, sta a noi dargliene un’altra. Carlos, invece, al suo primo anno è già molto vicino in qualifica ad un pilota unanimamente considerato formidabile sul giro secco. Se guardiamo ai distacchi che ci sono tra compagni di squadra in Mercedes o in Red Bull, credo che nessuno possa contare su una coppia migliore della nostra”.

L’IMPORTANZA DELLA PROGRAMMAZIONE E L’ESEMPIO MERCEDES

La Ferrari vive una lunga astinenza dal titolo mondiale che parte dal 2008, quando a Maranello arrivò il Mondiale Costruttori. Da allora tanti bocconi amari, e la sensazione che si stiano ancora pagando gli errori commessi all’inizio dell’era ibrida. “Dobbiamo dare atto a Mercedes di aver fatto un grande lavoro, nello sviluppo e nella continuità mostrata stagione dopo stagione. Sono arrivati al successo con una programmazione di lungo periodo e tutti gli altri, noi compresi, abbiamo accumulato un gap che è stato pressochè impossibile da colmare”.

In verità, prima del crollo delle ultime annate, la Ferrari era arrivata negli anni precedenti nella condizione di potersela giocare con Mercedes, negli anni in cui Sebastian Vettel ha insidiato il dominio di Hamilton almeno fino all’autunno. “Si, nel 2017 siamo stati bravi ad interpretare i nuovi regolamenti sull’aerodinamica e siamo cresciuti molto. Forse nel 2019 si è fatto un salto troppo ambizioso, ma in ogni caso conquistammo tre vittorie e nove pole, arrivando secondi nel campionato. Nel 2020 però ci sono stati dei chiarimenti sui nostri motori che hanno avuto un impatto molto pesante sulle nostre prestazioni. E poi, a causa del congelamento imposto dal Covid, non siamo più riusciti a correggere le debolezze che la vettura ha mostrato al suo debutto”.

2022, OCCASIONE DA NON FALLIRE

I tre lustri senza vittoria sembrano insegnare che per vincere non basta soltanto un grande budget. Servono le idee, una buona organizzazione aziendale e degli uomini messi al posto giusto nel momento giusto. “Si, la vittoria passa da tante cose. Noi non abbiamo la bacchetta magica, e per costruire un ciclo vincente servono tempo e continuità di lavoro. Fu così per la Ferrari di Schumacher, per la Red Bull di Vettel e anche per la Mercedes di Hamilton. Noi stiamo provando a mettere tutti i tasselli nella posizione giusta per farci trovare pronti nel 2022″.

Proprio quel 2022 rappresenta per la Ferrari un’occasione da non mancare. Un passo falso all’inizio della nuova era condannerebbe il Cavallino ad altri anni di stancante inseguimento alle spalle dei rivali. Per Binotto, e il resto della dirigenza, sarà forse l’esame decisivo per giudicare il loro operato. Già dall’anno prossimo vogliamo tornare competitivi. Che non vuol dire che abbiamo l’obbligo di vincere il Mondiale, ma almeno di essere della partita, provando a migliorarci di volta in volta e a lottare per la vittoria. Secondo me siamo sulla strada giusta”, ha concluso Mattia Binotto.