2023 sotto la lente: Alpine tra lotte gerarchiche e divisioni interne
Dopo l’epilogo del Mondiale 2023, è ora di tirare le somme su quanto effettuato dai rispettivi team nel corso della stagione: l’analisi di oggi ha gli occhi puntati su Alpine
Parole d’ordine in Alpine: dimenticare e resettare. Sì perché quella del team francese è stata una stagione sottotono da tutti i punti di vista. Partita con delle aspettative e delle speranze, ma purtroppo terminata con molti “se” e “ma”. L’obiettivo espresso dalla Renault e dallo stesso Team Principal alla vigilia della stagione era stato quello di voler lottare con le big, infastidendo la parte alta della classifica.
Il quarto posto doveva apparire scontato, da lì in poi si sarebbe potuti solo migliorare. Le cose però sono andate ben diversamente: Alpine ha infatti chiuso il campionato in sesta posizione a quota 123 punti, 50 in meno rispetto al 2022. Vediamo nel dettaglio cosa è successo nel corso di questa stagione.
Monaco e Zandvoort a squarciare la deludente monotonia
Che già la situazione non fosse delle più rosee, dentro e fuori dalla pista, lo si era intuito durante i test pre-stagionali svoltisi in Bahrain. Sul circuito di Sakhir, la A523 ha dimostrato di essere una vettura al di sotto delle aspettative. Come se non bastasse, ci ha pensato lo stesso Gran Premio del Bahrain a sottolineare come anche la squadra fosse abbastanza allo sbaraglio, piloti compresi. Le prime qualifiche dell’anno hanno visto Ocon e Gasly chiudere rispettivamente in nona e ultima posizione.
Durante la gara però, il numero 10 dell’Alpine è stato autore di una rimonta proverbiale piazzandosi in nona posizione. Non è andata così invece per il compagno di squadra, protagonista di una prestazione tragicomica. A causa delle troppe penalità inflittegli, per un totale di 20 secondi, a quattordici giri dalla fine il muretto ha deciso di ritirare la vettura di Ocon, ormai completamente fuori dai giochi. Per quanto riguarda la prima parte della stagione, entrambi i piloti sono andati a punti nelle gare in Arabia Saudita, a Miami e a Barcellona. Zero punti sono stati invece totalizzati in Australia e Azerbaijan.
La nota dolce di quel periodo è stata sicuramente lo storico terzo posto di Ocon a Monaco. Il francese è riuscito, dopo un’ottima qualifica, a portare a casa un più che soddisfacente risultato, tenendosi alle spalle un agguerritissimo Lewis Hamilton. Da Montecarlo le prestazioni sono state più altalenanti con difficoltà nell’entrare nella zona punti e parecchi ritiri. Uno su tutti il Gran Premio d’Ungheria, in cui entrambi i piloti sono stati costretti ad abbandonare la corsa. Altro ricordo positivo della stagione è stato il terzo posto di Gasly a Zandvoort, rimontando dalla decima posizione.
Quali sono stati i problemi della A523?
Sono state fatte molte supposizioni sul tipo di problemi che potesse avere la vettura Alpine del 2023 e sul perché sembrasse addirittura peggiorata rispetto alla passata stagione. Dopo un’attenta analisi si può affermare che i fattori incisivi sono stati due: una power unit debole e una cattiva comunicazione tra l’aereodinamica della vettura e la parte meccanica. Per quanto riguarda il motore, la casa Renault aveva deciso di passare alla configurazione dello split turbo con compressore e turbina separati. Il difficile equilibrio era da ricercarsi tra la potenza e l’affidabilità, che troppo spesso, invece ha giocato brutti scherzi.
Si parlava addirittura di un ritardo di 20 o 30 cavalli rispetto agli altri team. Si sarebbe potuta aumentare la potenza? Sì, ma a discapito dell’aereodinamica della vettura. Tutto ciò ha evidenziato come fosse stata sbagliata la comunicazione tra i due dipartimenti. La vettura era quindi estremamente imprevedibile e con ristrette finestre di funzionamento, prediligendo le curve lente ai lunghi rettilinei lanciati.
Alpine, terremoto ai vertici e non solo
Alpine ha smesso di funzionare nel 2023, anche perché sono salite altre squadre come Aston Martin e Mclaren. Certo è che nel team francese avrebbero preferito affrontare i problemi in pista con la serenità ai box, invece così non è stato. A destabilizzare ancora di più infatti sono stati i licenziamenti del Team Principal, Otmar Szafnauer e del Direttore Sportivo Alan Permane alla vigilia del GP del Belgio, colpevoli secondo i vertici della Renault, della scarsità dei risultati. Tutto ciò è stato la punta dell’iceberg, segno che le cose non funzionavano bene già da tempo.
Come se non bastasse, la già azzardata accoppiata francese in griglia di partenza, si è ritrovata a stridere verso le battute finali della stagione. E non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se ci fossero state altre gare.
Numerosi sono stati infatti i battibecchi tra i due piloti via radio, soprattutto riguardo agli ordini di gerarchia imposti dal muretto. Emblematico sotto questo punto di vista è stato il GP del Giappone. Entrambi i piloti della scuderia francese si sono ritrovati a battagliare per la nona posizione. Nonostante Gasly fosse più veloce rispetto ad Ocon, il numero 10 ha dovuto comunque cedere il posto al compagno di squadra.
Nel post gara il primo aveva fatto trasparire e non poco la sua frustrazione, con Ocon che aveva commentato: “Se scambi la posizione all’inizio, cosa che ho fatto con Pierre, ma poi non prendi la macchina davanti allora devi sempre tornare indietro prima della fine. Devi lottare per la tua posizione in pista. Puoi essere veloce quanto vuoi, ma se non fai quella mossa, non puoi mai sapere chi ti starà davanti. Prima di questo, io ero davanti. Naturalmente discuteremo come squadra su cosa avremmo potuto fare meglio”.
In vista della prossima stagione, l’obiettivo di Alpine deve essere quello di tornare a competere per le posizioni che contano, infastidendo le big. Ma prima di tutto, bisogna arrivare ad avere una squadra coesa che dia il meglio in pista, risolvendo i problemi ai vertici. E riuscendo a tenere sotto controllo l’equilibrio, precario, tra i due piloti, pronti ad accendersi al minimo ordine di scuderia.