Verstappen Singapore

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Max campione ovunque…tranne a Singapore!

Max Verstappen ha costruito la sua leggenda vincendo in lungo e in largo, dai circuiti storici come Monza e Silverstone fino ai moderni tracciati mediorientali. Eppure, nonostante un palmarès che sfiora ormai ogni record possibile, c’è una casella che il tre volte campione del mondo non è mai riuscito a spuntare: il Gran Premio di Singapore.

Il cittadino di Marina Bay è diventato negli anni una delle prove più dure del calendario. Caldo soffocante, umidità estrema, un tracciato stretto e tortuoso che non perdona errori: basta un istante di distrazione per finire contro i muretti. È una gara che mette a dura prova non solo la macchina, ma anche la resistenza fisica e mentale dei piloti. Non sorprende, quindi, che Verstappen abbia più volte parlato di Singapore come di una “bestia nera” che ancora non è riuscito a domare.

Guardando ai numeri, il dato è sorprendente. In otto tentativi, l’olandese non è mai salito sul gradino più alto del podio. Sono arrivati piazzamenti importanti, certo – come i secondi posti nel 2018 e nel 2024, o il terzo del 2019 – ma anche giornate da dimenticare, come i deludenti settimo e quinto posto con l’avvento delle monoposto ad effetto suolo. Per un pilota che ha riscritto la storia recente della Formula 1 con vittorie in sequenza e titoli dominati, questo vuoto pesa più di quanto possa sembrare.

La situazione nel 2025 aggiunge ulteriore tensione. Verstappen arriva a Singapore reduce da due vittorie consecutive, ma con un distacco di 69 punti da Oscar Piastri in classifica. Sette gare al termine non lasciano molto margine: ogni occasione persa rischia di diventare decisiva. McLaren, sulla carta, parte favorita grazie a una monoposto che sembra adattarsi meglio alle caratteristiche del tracciato. Eppure la Red Bull non va mai sottovalutata, soprattutto se al volante c’è Max.

Singapore ultimo scoglio

C’è chi paragona questa sfida con il lungo digiuno di Michael Schumacher a Montecarlo negli anni Ferrari, o con la fatica di Lewis Hamilton nel domare Baku nelle sue prime stagioni in Mercedes. Anche i più grandi hanno avuto un circuito che sembrava non volerli premiare, salvo poi crollare di fronte alla loro determinazione.

Il fascino del Gran Premio di Singapore sta anche in questo: è una gara che può ribaltare le gerarchie, una trappola perfetta per chi arriva con troppa sicurezza. Verstappen sa bene che vincere a Marina Bay non significherebbe solo aggiungere un altro trofeo alla collezione, ma anche dimostrare a se stesso di poter vincere ovunque.

Se riuscirà a sfatare il tabù, sarà un successo che avrà un peso diverso dagli altri: non la vittoria della supremazia tecnica o della superiorità di squadra, ma quella del campione che non si arrende e trova il modo di piegare anche il suo demone più ostinato.