Toto Wolff difende Susie: «Il mio cognome ha fatto più male che bene alla sua carriera»

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Dopo essere stata promossa a terzo pilota della Williams, dopo il passaggio di Felipe Nasr in Sauber, Susie Wolff è pronta a sfruttare al massimo un’importante opportunità per la sua carriera in Formula 1. Eppure non è tutto oro quello che luccica. I malpensanti hanno sempre guardato la pilota con uno sguardo di diffidenza, propensi a pensare che la moglie di Toto Wolff, azionista della Williams e responsabile Motorsport di Mercedes-Benz, sia stata avvantaggiata grazie al cognome da sposata, per arrivare così in alto in Formula 1. Tuttavia, è stato lo stesso Wolff a sottolineare come la lro unione abbia rappresentato in alcune occasioni, più un’ostruzione che un vantaggio per la scozzese.

«Susie ha una forte personalità ed è arrivata in Mercedes prima di me. Quando ho acquisito alcune quote della HWA-AG, erano già due anni che lei correva nel DTM – ha dichiarato il l’austriaco al magazine Auto Hebdo – Tutto ciò un po’ mi rattrista, perché sono consapevole di aver fatto più male che bene alla sua carriera, iniziata ben prima di conoscermi. Spesso si parla di lei solo come la moglie di Toto Wolff e questo è ingiusto». Ha continuato: «Ci sono dei contratti pubblicitari che non ha potuto portare a termine per un conflitto di interessi causati dalla mia persona, problemi che non la dovrebbero riguardare. Deve sottostare a molti compromessi e dovrà farlo ancora».

Secondo il responsabile Motorsport di Mercedes-Benz, Susie si merita appieno la posizione che si è guadagnata in Formula 1: «L’ha ottenuto perché ha fatto un buon lavoro al volante e non perché io ero un’azionista. In primo luogo si è trattato di un’idea legata al marketing per avere una donna in Formula 1. La Williams ha fatto un test ed è andato bene. Tutto qui».