Throwback Thursday: i precedenti di Alonso a Singapore
La città dei leoni, sebbene sia entrata da pochi anni nella storia della Formula 1, ha sempre regalato a questo sport delle gare ricche di colpi di scena. Nel caso di Fernando Alonso ha rappresentato una vera e propria svolta, poiché lo spagnolo ha vinto la prima edizione del GP di Singapore nel 2008, anno in cui la sua Renault si è dimostrata particolarmente competitiva solo nella seconda metà della stagione proprio a partire dall’evento singaporiano.
Nel primo venerdì al Marina Bay circuit, infatti, una sorprendente Renault sfoggia un’inaspettata competitività sia sul passo gara che sul giro da qualifica, dominando le prove libere 2 e 3 sulle Ferrari e sulla McLaren di Lewis Hamilton. Le qualifiche sembrano essere destinate a terminare con Alonso in vetta, ma un problema in Q2 lo costringe a parcheggiare la propria Renault ancor prima di segnare un crono. Lo stop prematuro lo retrocede in quindicesima posizione, sul lato pulito di una pista imprevedibile in cui è difficile sorpassare ma una safety car può stravolgere l’esito della corsa. Il giorno seguente il sole tramonta, le luci della città-stato asiatica si accendono per illuminare il primo Gran Premio in notturna nella storia della Formula 1. Si spengono i semafori e si nota che Fernando Alonso ha avuto un ottimo spunto e si trova in bagarre con Webber, Coulthard e Button sui quali avrà la meglio proprio l’asturiano che con rabbia è deciso a conquistare ciò che durante le prove libere aveva ampiamente dimostrato. Subito dopo i sorpassi effettua la propria sosta e al giro 15 accade l’evento più prevedibile in un circuito cittadino: un incidente che implica l’ingresso della Safety car. A rimbalzare sul muro della Raffles Avenue è il compagno di squadra di Alonso, Nelsinho Piquet. Il giovane brasiliano, dopo aver demolito la Renault, si scusa via radio con un laconico Scusatemi ragazzi e abbandona il luogo dell’incidente. Entra così la Safety car e per il leader Massa è la fine. Il gap sugli avversari viene annullato e la sosta eterna per staccare il bocchettone della pompa della benzina dalla vettura lo relegano in ultima posizione, ribaltando la situazione del brasiliano. A beneficiare di tutto questo è Fernando Alonso che, grazie alla strategia e ai sorpassi, si è portato in seconda posizione alle spalle di Rosberg. Il tedesco, però, viene penalizzato per aver effettuato la sosta in regime di Safety car con la pit-lane ancora chiusa. La leadership della gara va ad Alonso che costruisce un notevole gap sugli avversari. A 11 giri dalla fine entra nuovamente la Safety car, senza però impensierire l’asturiano che torna in vetta sotto le stelle di Singapore ma anche in mezzo ad una nube di critiche affiorate in seguito all’incidente di Piquet Jr, avvenuto in un punto in cui non era possibile rimuovere i detriti solo in regime di bandiere gialle e in un momento della gara in cui solo Fernando Alonso era in netto vantaggio strategico.
Ciò passerà alla storia come crashgate, scandalo avvenuto mediante la programmazione da parte del team dell’incidente di Piquet Jr per favorire la grande rimonta di Fernando Alonso. Questa faccenda si è conclusa con un pagamento di un sostanzioso risarcimento danni ai Piquet da parte della scuderia francese e con la squalifica di Briatore e Symonds, artefici della macchinazione.
Successo senza controversie l’anno successivo, quando Fernando Alonso conquista con gioia proprio a Singapore il primo podio stagionale, terminando in terza posizione dopo essere partito sesto. Lo spagnolo stacca anche il giro veloce della gara durante il giro 53. Nel 2010 Fernando parte subito in attacco, agguantando la pole position effettuando un unico giro nel Q3 senza essere impensierito dagli avversari. Il giorno successivo si parte senza cambiamenti, con Fernando Alonso che mantiene la prima posizione con un arrembante Vettel alle spalle. Nonostante le Safety car, la lotta per la vittoria è un affare esteso esclusivamente allo spagnolo e al giovane tedesco, i quali danno vita ad un tiratissimo duello costellato di stoccate avventate a colpi di giri veloci. Negli ultimi giri Vettel si incolla agli scarichi della Ferrari, ma la spunta Fernando Alonso per 293 millesimi. L’asturiano porta a casa anche il giro veloce, coronando il primo ed unico Grand Chelem della carriera, il successo più puro, il dominio assoluto con vittoria, pole position, giro veloce e gara condotta sempre in testa.
Nel 2011 Alonso si schiera quinto e chiude in quarta posizione ad un passo dal podio, dopo un’estenuante gara iniziata bene per lo spagnolo ma proseguita discretamente a causa della prematura crisi degli pneumatici che non lo rende mai veramente in grado di competere per il podio ma comunque capace di intrattenere il pubblico con duelli al limite come quello con Di Resta. Nel 2012 si qualifica quinto e conduce una gara in attacco nelle prime posizioni, mettendosi nelle condizioni di lottare per il podio approfittando di eventuali guasti dei primi. Infatti Hamilton e Maldonado sono costretti al ritiro e Alonso balza in terza posizione, mantenendola fino alla fine. Conquista così l’ottantunesimo podio in carriera e diviene il terzo pilota con il maggior numero di podi nella storia della F1. Questo podio, insieme a quello di Monza, è un segnale di netta ripresa dopo il crash di SPA per rimettersi in carreggiata e in lotta per il mondiale 2012.
La settima posizione sulla griglia del 2013 scoraggia notevolmente i tifosi, ma Fernando Alonso non ci pensa due volte e compie una magistrale partenza con una manovra all’esterno e si porta in terza posizione. Questo start verrà poi posto dal pilota nella top 5 delle partenze effettuate in carriera. Dopo la Safety car entrata a causa di un errore di Daniel Ricciardo, Fernando Alonso è virtualmente primo ma il plutonico Vettel, che non si è ancora fermato, inizia a costruire un consistente gap sullo spagnolo al fine di eseguire la sosta ed uscire dalla pit-lane con un discreto margine sull’avversario. Alonso giunge secondo a 32 secondi dal vincitore, festeggiando per la grande partenza e per il passaggio offerto allo sfortunato Webber durante il giro d’onore, restituendogli così il favore del GP di Germania 2011. Entrambi i piloti, però, questa volta ricevono una reprimenda per motivi di sicurezza.
Nel 2014 le sessioni del venerdì sembrano essere sempre le solite illusioni di inizio week-end, ma quando Fernando segna il miglior crono a fine FP3 si capisce che il circuito di Marina Bay si adatta abbastanza bene alle caratteristiche della F14-T. Purtroppo l’esito delle qualifiche non è stato quello sperato, con Alonso 5°, ma a soli 5 millesimi dal 4° (Vettel) e a nemmeno 3 decimi dal poleman. La domenica riesce a compiere uno start molto buono e si porta in seconda posizione. Tale vantaggio è però annichilito da un taglio di chicane, che lo costringerà a cedere la posizione a Vettel. Alonso riguadagna la posizione su Vettel grazie alla strategia, ma ancora una volta è la sorte a padroneggiare tutto. Entra la safety car a causa di un contatto tra Perez e Sutil; Alonso scala quarto dopo essersi rifermato e rimane in tale posizione fino al traguardo.