Tecnica F1 – Pneumatici Pirelli che si sgonfiano e scandali che si gonfiano
Ricorderete come l’anno scorso, in seguito ai pericolosi cedimenti verificatisi durante il weekend di gara a Spa, la Pirelli fu costretta ad imporre ai team delle precise indicazioni sul corretto utilizzo dei pneumatici. Esse riguardavano, in particolare, le pressioni di gonfiaggio minime e l’angolo di camber massimo, ed, inoltre, si imponeva una verifica da parte dei commissari sulla griglia di partenza affinché tali prescrizioni venissero effettivamente rispettate da tutti. Lo scandalo si gonfiò ulteriormente quando a Monza le due Mercedes furono trovate di alcuni psi sotto il limite minimo; tuttavia, siccome la direttiva non era stata recepita ed inserita nel regolamento tecnico dalla Fia, non vi fu alcuna penalizzazione ed Hamilton poté guastarsi la sua dolce vittoria. Solo nel gran premio successivo di Singapore le norme divennero effettive a tutti i sensi.
Ieri, il corrispondente del magazine tedesco Auto Motor und Sport Michael Schmidt, ha riportato la notizia secondo la quale vi sarebbero due o tre team che riuscirebbero in gara a ridurre la pressione di gonfiaggio degli pneumatici al di sotto dei valori minimi imposti dal costruttore, traendone ovvi benefici.
Il primo sospetto deriva da una constatazione : perché la Pirelli negli ultimi gran premi ha imposto per le ruote anteriori pressioni di gonfiaggio così elevate da non avere precedenti? Infatti, sia a Shanghai che a Sochi è stato imposto un valore minimo di 23 psi (circa 1,6 bar) all’anteriore. Si potrebbe notare che sull’asse anteriore sono stati raggiunti valori di deportanza molto più elevati che in passato, e che quindi il costruttore milanese si sia voluto proteggere da tale aumento del carico aerodinamico (circa 100 kg).
In realtà c’è un altro motivo che ha portato a tale incremento delle pressioni minime di gonfiaggio. Pare, infatti, che alcuni team abbiano messo a punto un sistema per ridurre l’aumento della pressione durante la gara dovuto all’esercizio del pneumatico stesso. Chiunque abbia minime conoscenze elementari di fisica saprà benissimo che pressione e temperatura sono direttamente proporzionali, e che, quindi, il pneumatico, scaldandosi conseguentemente al suo utilizzo, vede la propria pressione interna aumentare, generalmente di circa 1,5 psi (0,1 bar). Inizialmente si pensava che ci fosse qualche team in grado di impedire tecnicamente tale aumento, mantenendo inalterata la pressione su valori pari a quelli in partenza, quando i commissari eseguono le rilevazioni per verificare il rispetto dei limiti. Dal gran premio di Russia si è scoperto, però, che non ci si limiterebbe a questo, bensì si sarebbe andati anche oltre.
Emerge ora che la Fia sarebbe in grado di monitorare le pressioni effettive dei pneumatici sia durante le prove che in gara, in quanto tutti i team devono fornire in tempo reale la telemetria ai commissari della federazione, e sulle monoposto vi sono dei sensori capaci di monitorare costantemente la pressione interna delle gomme. Dai controlli sarebbe emerso che ben due squadre sarebbero addirittura capaci di ridurre durante la gara la pressione dei pneumatici anteriori nell’ordine dei 2 psi. Quindi, non tanto evitare l’inevitabile aumento dovuto all’esercizio, ma addirittura scendere sotto i valori minimi imposti.
Gli incriminati sarebbero un top team ed un team di media classifica, inaugurando così la caccia ai “furbetti”. I sospetti sarebbero caduti sulla Mercedes, ma da parte loro è ovviamente arrivata una secca smentita : “Secondo il nostro punto di vista, le misure per ridurre la pressione comporterebbero troppe ricadute negative”.
I rumors hanno visto coinvolta anche la Force India, ma ci ha pensato il team manager Andy Stevenson a spegnerli sul nascere : “Questo sistema richiede cerchioni lavorati con macchine di precisione e dotati di camere di compensazione, oltre che di pinne per lo smaltimento del calore. Non possiamo permettercelo economicamente”.
Infine, nell’occhio del ciclone sono finite Red Bull e Toro Rosso. Mi piare ovvio ribadire che in assenza di prove d’accusa a proprio carico nessun team ammetterà mai di ricorrere ad un simile espediente.
Per questo la McLaren ha deciso di cogliere la palla al balzo scrivendo una lettera alla Fia in cui chiede chiarimenti. Questa pratica è molto diffusa in Formula 1 : si pensa ad un possibile escamotage tecnico per aggirare il regolamento e si chiede alla federazione se è legale. Così facendo se la soluzione dovesse essere legale tutti si adopererebbero per adottarla, mentre se fosse illegale si metterebbero a nudo i trasgressori. Il team di Woking ritiene che il sistema potrebbe consistere in un cerchione a doppia parete, dove una parte dell’aria viene rilasciata in una camera durante l’esercizio del pneumatico. In ogni caso la Fia si è pronunciata dichiarando tale soluzione illegale.
Inoltre, il tema risulta per sua natura complesso in quanto il regolamento parla di “starting pressure”, ovvero di valori minimi di pressione da rispettare in partenza, e non di “running pressure”, ossia limiti validi durante l’esercizio del pneumatico stesso in gara. Tutto questo discorso si basa sul presupposto che i commissari rilevino veramente le pressioni ad inizio gara, cosa che non sembra essere successa in Cina, dove le pressioni sembra siano state verificate solo durante le prove.
Riuscire a ridurre la pressione di gonfiaggio di 2 psi comporta senza dubbio dei vantaggi. Un pneumatico con una pressione inferiore aumenta la propria impronta a terra conferendo un maggior grip meccanico alla monoposto. I calcoli variano a seconda del circuito, ma si stima un guadagno nell’ordine dei quattro decimi a giro. Notevole considerando la difficoltà di ottenere un simile vantaggio lavorando esclusivamente sull’aerodinamica della vettura, viste tutte le restrizioni imposte.
La questione non preoccupa solo i team che non ricorrono ad un simile escamotage, ma anche la Pirelli, la quale si trova costretta ad alzare i valori minimi delle pressioni imposte, facendo infuriare ulteriormente tutti quei piloti (come Grosjean) che si lamentano dello scarso grip dei pneumatici con elevate pressioni di gonfiaggio.
Nel tradizionale meeting pre-gran premio del mercoledì tra i diversi team manager e il direttore di gara Charlie Whiting si è affrontata la questione. I tecnici della Fia avrebbero proposto di mettere a punto un sistema, valido per tutti, in grado di garantire il rispetto delle pressioni in qualsiasi momento del weekend di gara. La stessa Pirelli sarebbe favorevole a tale innovazione, tant’è che ieri i tecnici della Fia si sono incontrati per elaborare una soluzione in vista del 2017.
Tutto ciò mi porta ad una semplice conclusione : bei tempi quando l’assenza di una filosofia costruttiva di pneumatici dal veloce degrado non portava a dover imporre limiti sulle pressioni minime di gonfiaggio e sull’angolo di camber.