Sfuma il sogno di Raffaele Marciello: “10 milioni per un anno in F1? E’ stupido!”
L’Italia perde un’altra delle sue pedine in lizza per ascendere verso la Formula 1. L’ex junior Ferrari Raffaele Marciello ha infatti ammesso che per lui la Formula 1 ora rappresenta un obiettivo irraggiungibile per motivi prettamente economici.
Approdato nel 2014 in GP2 da campione di F3, Marciello ha concluso le sue prime due stagioni in ottava e settima posizione per poi sciogliere definitivamente il contratto con la Ferrari, di cui era alunno nell’Academy. Quest’anno i risultati conseguiti lo hanno portato alla quarta posizione finale, due posizioni più indietro rispetto al connazionale Antonio Giovinazzi che, pur essendo vicecampione di GP2, ha scarse chance di raggiungere la classe regina.
Dopo la terza stagione in GP2, Marciello in un’intervista a cura dei colleghi di motorsport.com sulle sue possibilità di assicurarsi un sedile nel Circus ha dichiarato: “Zero. Servono 10-15 milioni, non ho tutti quei soldi quindi niente Formula 1 per me. Servono sempre i soldi”.
“Bisogna essere realisti e non sognare cavolate. Servono i soldi per arrivare in F1 e se non li hai, niente F1. L’importante è non perdere altre opportunità pensando troppo a cose impossibili”.
“Penso di aver lavorato bene. Ho vinto in Formula 3, molti piloti che ho battuto ora sono in Formula 1 quindi se loro si trovano lì, anche io merito di andarci, ma avrò una carriera diversa rispetto a loro e sono sicuro che sarà positivo anche per me”.
“Abbiamo il supporto della nostra federazione, ma forse non quanto altre federazioni e le compagnie italiane non ci aiutano quanto altre, come Banco Do Brasil con Felipe (Nasr). Le grandi compagnie dovrebbero aiutarci un po’ di più, perché non avremo per sempre bisogno di denaro. Magari ci serve per un anno, poi facciamo bene e vedono che non c’è più bisogno di pagare per farci correre”.
“Ma 10 milioni per una stagione –ha proseguito– per me è stupido. Se li avessi, non li userei per la Formula 1, li terrei per me e mi farei una vacanza per tutta la mia vita. C’è qualcosa di sbagliato nel sistema, ed è un peccato”.
Ancora una volta a sfigurare è l’Italia, la patria dei motori, in cui negli ultimi tempi è svanito ogni interesse per portare avanti i talenti nel settore mentre il patriottismo del Regno Unito e del Brasile ha portato i propri Stati all’adeguarsi agli standard economici richiesti. Non si vede un pilota italiano in F1 dal 2011 ma anche se i piloti meritevoli si fanno strada, non accade nulla. Forse è l’Italia stessa a non voler più investire, a non crederci più fermamente, mentre gli sponsor svolgono il proprio lavoro e favoriscono in modo prettamente meccanicistico alcuni fortunati.
Il futuro del 21enne italiano si sposta quindi inevitabilmente.“Sono quasi sicuro che non rimarrò in GP2 -ha detto Marciello- perché non avrebbe tanto senso trascorrere un altro anno lì. Se vincessi l’anno prossimo, avrei ancora bisogno dei 10 milioni. Sto cercando qualche opportunità nel GT, vedremo. Spero di sapere prima di Natale cosa farò l’anno prossimo, così posso concentrarmi e iniziare a lavorare. Siamo sicuri al 90%”.