mick schumacher 2019

Credits: Prema Press Area

Alla sua prima stagione nella serie cadetta, Schumi jr ha colto solo una vittoria, che coincide anche con il suo unico podio

Non si può dire che la stagione d’esordio di Mick Schumacher in Formula 2 sia stata esente da difficoltà e delusioni. Il tedesco ha archiviato il 2019 con un 12° posto finale e un totale di 53 punti, con la vittoria nella Sprint Race dell’Hungaroring come miglior acuto. Preso sotto l’ala protettrice dell’italianissima Prema, il pilota tedesco classe ’99 è giunto nella serie cadetta dopo avere conquistato il titolo della Formula 3 europea nel 2018.

Schumi jr ha catalizzato tutte le attenzioni già a inizio stagione, quando all’indomani del primo round di Formula 2, in Bahrain, la Ferrari e l’Alfa Romeo gli hanno messo a disposizione le rispettive vetture per i test collettivi di Al Sakhir. Sul baby tedesco si è creata una forte pressione mediatica, che diversi piloti (tra cui i connazionali Vettel e Rosberg) hanno spesso criticato come fonte di eccessive aspettative sul giovane talento del vivaio Ferrari.

RAFFRONTI

In un’atmosfera simile, c’era tutto da perdere e infatti la prima stagione del figlio d’arte non è stata all’altezza. Detto della vittoria in Ungheria, il baby tedesco non è riuscito a collezionare altri risultati di rilievo, a eccezione del quarto posto nella Sprint Race del Red Bull Ring. Potrebbe apparire crudele accanirsi su un rookie della categoria, ma il peso del nome, con le conseguenti aspettative, impone di fare alcune considerazioni.

Se Schumi jr vorrà ritagliarsi un ruolo importante nell’ascesa verso la Formula 1, il 2020 diventerà per lui un anno cruciale. Basta fare un raffronto con la gavetta di alcuni giovani promettenti che ora militano nella massima serie, i quali hanno impiegato poco per farsi largo in Formula 2. Charles Leclerc ha conquistato il titolo della GP3 nel 2016 al primo tentativo e l’anno dopo, in forza alla stessa Prema che schiera Mick, ha sbancato la Formula 2, sempre al primo colpo. Lo stesso percorso lo ha seguito George Russell, un anno dopo rispetto a Leclerc: il britannico ha subito vinto la GP3 (nel 2017), per poi salire in Formula 2 e vincerla al debutto.

NORRIS E ALBON

Discorso analogo per altri piloti che, nella loro gavetta, hanno gareggiato in Formula 2: anche nei loro casi, la permanenza nella serie cadetta è stata limitata. Detto di Leclerc e Russell, anche Lando Norris ha trascorso poco tempo in Formula 2. Il britannico vi ha corso le ultime 2 gare del 2017, per poi disputarvi la stagione intera l’anno successivo, nel quale ha chiuso secondo. Risultato che gli ha garantito il passaggio diretto in McLaren.

Alex Albon ha invece trascorso in Formula 2 un biennio intero, ma alla seconda stagione ha convinto. Al 10° posto assoluto del 2017 è infatti seguito il 3° del 2018, che ha garantito al britannico di passaporto thailandese l’accesso diretto in Formula 1 con la Toro Rosso.

Schumi jr dovrà seguire le stesse orme dei giovani che sono approdati recentemente nella massima formula. Il 20enne tedesco è già pilota dell’Academy Ferrari ed è chiamato la prossima stagione a un deciso salto di qualità. Il suo arrivo in Formula 1 è la meta naturale e il supporto tecnico non gli manca (Prema è un team di riferimento nelle serie propedeutiche), ma i risultati dovranno arrivare quanto prima se vorrà porre il suo nome tra i protagonisti del mercato piloti 2021.