Red Bull senza data di presentazione: fallito il crash test?
Manca nemmeno un mese ai test di Barcellona e sempre più scuderie stanno ufficializzando la presentazione della propria vettura. La Red Bull, invece, si sta facendo attendere
La scuderia austriaca è l’unica tra i top team che non ha ancora annunciato una data. Situazione che ha generato i più disparati rumors. Nonostante alcune voci trapelate nei giorni scorsi in cui si parlava di un ritardo nel programma di lavoro sulla Red Bull che scenderà in pista nel 2022, il motivo di questo ritardo sarebbe molto più semplice: la RB18 non avrebbe superato il crash test anteriore fondamentale per l’omologazione del telaio.
A Cranfield, dove i team inglesi si riuniscono per le prove dinamiche, la Red Bull avrebbe accusato un cedimento nella parte anteriore della monoposto, non soddisfacendo i criteri fissati dalla Federazione Internazionale.
Secondo alcune indiscrezioni, che arrivano direttamente dalla penna di Franco Nugnes, questa battuta d’arresto non preoccuperebbe più di tanto i tecnici Red Bull.
A Milton Keynes dovranno rivedere un attimo il progetto per capire come permettere all’anteriore della vettura di aumentare la sua capacità di assorbimento dell’energia in caso di impatto.
L’EFFETTO SUOLO: UN ROMPICAPO PER TUTTI
Il Regolamento tecnico che rivoluzionerà il Mondiale 2022 di Formula 1, ha imposto ai team una revisione pressoché totale delle monoposto, rispetto alle stagioni precedenti. Semplificando sempre di più le strutture aerodinamiche, l’obiettivo è quello di favorire il ritorno dell’effetto suolo per rendere le vetture meno sensibili alla scia e quindi, di favorire battaglie in pista.
RB18 coming 🔜 Get involved with our car launch for 2022 💪
— Red Bull Racing (@redbullracing) January 14, 2022
NESSUNA PREOCCUPAZIONE
Non è la prima volta che la Red Bull fallisce un crash test all’anteriore, motivo di questa calma apparente a Milton Keynes. Anche se, non avendo effettivamente ancora annunciato il giorno della presentazione, sembrerebbe essere evidente che questo imprevisto abbia avuto un impatto sulle tempistiche del loro programma. Risolvere questo problema, potrebbe richiedere solo un semplice potenziamento della parte anteriore della RB18 senza doverne ridisegnare la sezione. Ecco perché la situazione non può essere ancora definita come “preoccupante”.
Proprio per questo motivo va ricordato che Adrian Newey, alla direzione tecnica della Red Bull, fa parte di quella schiera di progettisti abituati a lavorare su intuizioni ai limiti del regolamento. E a fermarlo non sarà sicuramente un crash test finito male.