Questa incredibile pilota della Parigi-Dakar è stata costretta a bere il suo profumo vagando 6 giorni dispersa nel Sahara
In quanti di voi conoscono la storia dell’incredibile pilota della Parigi – Dakar che resterà per sempre negli annali dei rally? Per sopravvivere nel deserto del Sahara dovette bere il suo stesso profumo.
La velocità, l’adrenalina, la libertà di correre lungo i vari rettilinei con il piede sull’acceleratore, sentendo soltanto i battiti del proprio cuore “impazzito” rimbombarti nella testa e avere un unico obbiettivo, la vittoria, non è prerogativa soltanto maschile. Per quanto la società attuale ancora abbastanza maschilista tenda a differenziare quelli che dovrebbero essere gli sport (e se vogliamo anche molti altri aspetti di vita) che dovrebbero essere portati avanti soltanto dagli uomini e dalle donne, i vari esempi dimostrano di come queste distinzioni siano totalmente infondate.
Lo vediamo ogni giorno con moltissimi esempi, chi lo dice che soltanto una mamma può prendersi cura dei propri figli? Molti papà dimostrano il contrario. Chi lo dice che una donna debba soltanto pulire in casa e non possa avere una carriera? Anche qui ci sono le prove che dimostrano il contrario e potremmo andare avanti per ore, ma ovviamente non è questo il contesto adatto.
Tutto questo discorso per porre una semplice domanda, chi lo dice che il mondo delle corse, dal rally al motomondiale, sia prerogativa soltanto maschile? Questa incredibile pilota della Parigi-Dakar ha dimostrato come gli sciocchi stereotipi possano essere abbattuti.
Conosciamo meglio questa incredibile pilota
La storia di cui vi vogliamo parlare oggi probabilmente non tutti la conoscono, in quanto si sa, quando di mezzo ci sono le “4 ruote”, i tifosi si ricordano quasi esclusivamente i nomi degli uomini, mai quelli delle donne. Com’è quel proverbio che in molti si divertono a ripetere? “Donna al volante…”. Eppure questa donna rimarrà per sempre nella storia degli annali, definita da sempre come “La Reine de l’endurance”, in quanto partecipò a ben 10 edizioni consecutive della 24 ore di Le Mans dal 1973 al 1983, e a 10 edizioni della Parigi-Dakar.
Ogni cosa che si metteva in testa la portava a termine era questo il suo motto. La sua tenacia e la sua grinta nascono tutte da questo aspetto del suo carattere. Quando era bambina promise ai genitori che sarebbe diventata sia pilota professionista che modella internazionale. I genitori probabilmente poco conoscevano quella loro straordinaria figlia e quindi la liquidarono con un semplice “Oui, oui”. Eppure come dimostra il suo straordinario curriculum, fece ambedue le cose, raggiungendo livelli eccezionali in entrambe le discipline.
L’inarrestabile Anny-Charlotte Verney
Classe 1943, la temeraria francese Anny-Charlotte Verney, dimostrò a tutti, quanto anche una donna possano avere “le auto” nel sangue. Oltre ai traguardi ottenuti che vi abbiamo descritto nel paragrafo precedente, ha dimostrato la sua tenacia, in quanto nel corso della sua carriera ebbe diversi incidenti che non la spinsero mai a mollare. Come quando rimase bloccata nel deserto del Sahara, durante la Parigi-Dakar per 6 giorni. Bevve addirittura il suo stesso profumo per cercare di sopravvivere fin quando fortunatamente i soccorsi la ritrovarono in tempo.
Oggi Anny-Charlotte Verney di anni ne ha 81 e si gode la sua pensione e la tranquillità della sua vita anche se di smettere di guidare non ci pensa proprio, prendendo soltanto una decisione in merito, cioè quella di non acquistare mai una Porsche. La sua motivazione è epica: “Non voglio che mi venga tolta la patente!”, in quanto sarebbe difficile per la “Regina della Le Mans” sottostare ai limiti di velocità francesi qualora dovesse sedersi su quel bolide.