DichiarazioniFormula 1

Quell’incidente che quasi impedì a Verstappen di…

A parlare è Bradley Scanes, il fisioterapista dell’olandese, che ha raccontato quando per poco non rovinò un intero fine settimana di gara

A volte gli imprevisti non sono dovuti solo a problemi del pilota o della squadra, a volte entrano in gioco terze parti. Per esempio, è il caso di un contrattempo che sarebbe potuto costare caro a Max Verstappen

Nel proprio lavoro durante il fine settimana di un Gran Premio i piloti non sono accompagni solo dalla propria squadra, difatti più personalmente sono seguiti da un team di persone che hanno l’obiettivo di farli rendere al massimo. Fra queste c’è per esempio il fisioterapista, che si occupa sì del fisico ma anche in talune occasioni anche di altro. E lo fa in situazioni concitate dove occorre che tutte le parti facciano il loro in modo preciso; a volte però succede di sbagliare. Come accaduto in un sabato in qualifica, più precisamente in un Q3, con Max Verstappen.

È successo che abbiamo lasciato una striscia di sicurezza all’interno della visiera. Si tratta di una striscia anti-appannamento che se rimane non permette di vedere attraverso”, le parole di Bradley Scanes, fisioterapista del giovane campione del mondo olandese, riportate da caranddriver.com. Che poi ha continuato dicendo: “Tutto il mondo era lì aspettando che uscisse dai box per andare in pista a far segnare un tempo buono sul giro, e nel frattempo di secondi scorrevano”.

“Stavo con un paio di forbici cercando di raschiarla; cosa complicata da fare se si ha già in testa il casco (…)”. Quando finalmente si è riusciti nell’intento il tempo rimasto a disposizione era poco: “Abbiamo perso qualcosa come trenta secondi per uscire, altri quindici e non ci sarebbe stata l’opportunità di fare almeno un tentativo. Una curiosità questa che ricorda a chi dimentica quanti elementi devono incastrarsi per far sì che le cose vadano lisce.

Silvia Quaresima

Il mio amore per la Formula 1 é sempre stato lì con me, fin da quando ho ricordo delle vittorie di Michael in rosso. Ma con il tempo è cresciuto così tanto che ora c’è voglia di esserne parte e di raccontarla.

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